Estonia, Lettonia e Lituania sono tre mercati dinamici e strategici del Nord-Est europeo, membri dell’Unione Europea dal 2004 e parte dell’area euro (Estonia dal 2011, Lettonia dal 2014, Lituania dal 2015).
Nonostante la loro dimensione contenuta in termini di popolazione e territorio, i Paesi Baltici hanno dimostrato una crescente apertura ai prodotti italiani, rivelandosi partner commerciali affidabili in diversi comparti:
Vediamo insieme cosa sapere per esportare in quest’area. 1. Perché esportare nei Paesi Baltici?
2. Cultura business nei Paesi Baltici: cosa aspettarsi Nonostante la vicinanza geografica, Estonia, Lettonia e Lituania presentano alcune differenze culturali importanti. Estoni: nordici, sobri e precisi Gli estoni hanno molto in comune con i loro vicini finlandesi e scandinavi: sono riservati, pragmatici e preferiscono un approccio diretto e razionale al business.
Lettoni: il ponte tra nord e est Europa I lettoni rappresentano un’interessante via di mezzo culturale: da un lato conservano il rigore del nord Europa, dall’altro mostrano tratti più espressivi e flessibili derivati dalle influenze slave e germaniche.
Lituani: orientati alle relazioni e alla fiducia personale I lituani sono i più “mediterranei” dei baltici: più calorosi, espressivi e relazionali, questo non vuol dire mancanza di rigore, ma piuttosto un valore più alto dato alla dimensione umana del business.
In generale:
3. Comunicazione e incontri
4. Regole di etichetta per i meeting
5. Consigli pratici per chi vuole esportare
Conclusione Esportare nei Paesi Baltici significa entrare in tre mercati solidi, digitali e culturalmente ben predisposti al business con l’Italia. La chiave del successo? Professionalità, pazienza e rispetto delle differenze. Se vuoi sviluppare il tuo Progetto Export verso Estonia, Lettonia o Lituania, scrivici: 📧 [email protected] L’Ungheria è membro dell’Unione Europea dal 2004 e questo semplifica notevolmente le operazioni di vendita per le aziende italiane. Le spedizioni non sono soggette a dazi doganali, né richiedono bolla doganale: si tratta infatti di cessioni intracomunitarie, non di esportazioni extra UE. Ma attenzione: semplificato non significa facile. Il mercato ungherese è ricco di opportunità, ma richiede strategia, conoscenza culturale e rigore operativo.
Perché esportare in Ungheria
Cessione intracomunitaria: cosa sapere Ecco cosa devi tenere presente quando vendi beni in Ungheria:
Cultura del business in Ungheria: come approcciarsi Precisione, riservatezza e rispettoIl comportamento ungherese nel business ricorda quello tedesco:
Relazioni personali: non improvvisare Anche se si parla di Europa, la cultura è ancora fortemente relazionale:
Documentazione tecnica e logistica Anche se non servono documenti doganali veri e propri, è importante:
Consigli pratici
Hai bisogno di supporto per esportare in Ungheria? Se stai valutando l’ingresso nel mercato ungherese o vuoi ottimizzare le esportazioni già attive, possiamo aiutarti. Con il Progetto Export offriamo un servizio su misura per le PMI italiane che desiderano crescere all’estero, anche solo con un affiancamento temporaneo. 📩 Scrivi a [email protected] per una consulenza gratuita sul tuo progetto export. La Thailandia è uno dei mercati più dinamici e accessibili del Sud-Est Asiatico. Posizionata strategicamente tra India e Cina, è un ponte logistico verso tutta l’area ASEAN. L’Italia ha buoni rapporti storici e commerciali con il paese, soprattutto nei settori manifatturieri, food, fashion e meccanica. Ma come si esporta concretamente in Thailandia? 1. Documenti e requisiti per esportare in Thailandia Per esportare prodotti dall’Italia verso la Thailandia è necessario: Individuare il codice doganale corretto per stimare i dazi e verificare eventuali restrizioni o necessità di certificazioni (es. per cosmetici, alimenti, dispositivi medicali). Fattura commerciale in inglese, packing list, e contratto di vendita (se richiesto). In caso di esportazione temporanea per fiere o lavorazioni (es. ex works), occorre la documentazione ATA Carnet o l’autorizzazione doganale corretta. Alcuni prodotti richiedono licenze da enti thailandesi (es. il Thai FDA per cosmetici e alimentari). Attenzione: la Thailandia non fa parte dell’Unione Doganale UE, quindi ogni esportazione è soggetta a pratiche doganali ordinarie. I dazi possono essere significativi, ma alcuni prodotti godono di agevolazioni grazie all’accordo ASEAN-EU. 2. Come spedire: logistica e consigli operativi I porti principali sono Laem Chabang (vicino a Bangkok) e Bangkok Port, entrambi ben collegati. Anche l’aeroporto di Suvarnabhumi gestisce molte importazioni rapide.
3. Cultura d’impresa: cosa aspettarsi dai partner thailandesi 🔹 Il primo contatto: serve una presentazione In Thailandia, è raro che i decision-maker parlino subito con interlocutori stranieri. Le introduzioni personali o tramite referenze sono fondamentali. Se possibile, organizza il primo incontro con il supporto di un partner locale o un’agenzia di internazionalizzazione. 🔹 Kreng Jai e Jai Yen: armonia prima di tutto Due concetti chiave della cultura tailandese sono:
🔹 Lentezza nei tempi e importanza del rapporto In Thailandia i tempi non sono rigidi: traffico, clima e infrastrutture rallentano le agende, non interpretarlo come inefficienza: è normale aspettare o dover posticipare gli appuntamenti. Allo stesso tempo, costruire relazioni personali solide è più importante di qualsiasi deadline. I tailandesi faranno affari con te solo se si fidano di te. 4. Comportamenti e usanze utili nei meeting Dress code: giacca e cravatta per gli uomini, abbigliamento sobrio per le donne. Vietato mostrare la pianta dei piedi o toccare oggetti con i piedi. Saluto: tra uomini è accettata la stretta di mano, mentre le donne usano il gesto tradizionale del wai (mani giunte e capo inclinato). Biglietto da visita: si porge con la mano destra, eventualmente accompagnata dal tocco del gomito sinistro. Regali: i regali non sono obbligatori, ma se presenti devono essere semplici e offerti con rispetto. 5. Vendere in Thailandia: marketing, fiere e strategie Fiere e missioni commerciali sono strumenti utili per approcciare il mercato, ma ricordati che è necessario tradurre il materiale in lingua thai o inglese semplice. ll packaging gioca un ruolo importante: design pulito, rispetto per simboli culturali e attenzione a colori e immagini. 6. Settori italiani con più opportunità Nel 2025 si confermano forti le opportunità per chi lavora in:
Conclusione Esportare in Thailandia non è solo un’operazione logistica, ma un vero e proprio viaggio culturale. Comprendere i codici di comportamento, i valori di rispetto e armonia, e investire nella relazione umana è ciò che fa la differenza tra un incontro e un contratto firmato. Se hai bisogno di supporto per entrare nel mercato thailandese, dalla parte tecnica (dazi, codici, licenze) a quella commerciale (ricerca partner, interpreti, fiere), Hello Export può aiutarti. 📩 Scrivici a [email protected] e scopri il nostro Progetto Export per entrare nel mercato thailandese! Esportare in India è un’opportunità strategica per molte imprese manifatturiere italiane: si tratta di una delle economie emergenti più promettenti, con oltre 1,4 miliardi di abitanti, una crescente classe media e una domanda sempre più forte di qualità, tecnologia e design — settori in cui il Made in Italy eccelle.
1. Perché esportare in India?
2. Cosa serve per esportare in India? Le esportazioni in India non sono esenti da complessità burocratiche, ma con la giusta preparazione tutto è possibile, ecco cosa serve:
3. Come funziona l’IVA per le esportazioni verso l’India? L’esportazione verso l’India è considerata operazione non imponibile IVA (Art. 8 DPR 633/72). Ma attenzione: è necessario conservare prova documentale (es. DAU doganale) e assicurarsi che la spedizione sia regolarmente uscita dal territorio doganale UE entro 90 giorni. Cultura del business in India: cosa sapere prima di partire Oltre agli aspetti tecnici, è fondamentale conoscere la cultura negoziale e aziendale indiana, per evitare fraintendimenti e costruire relazioni durature. Tempo e puntualità: attenzione al concetto di “policronicità” In India il tempo è flessibile: durante una riunione potresti essere interrotto più volte da telefonate o impegni imprevisti. Non è maleducazione: è parte della cultura locale. Pazienza e adattabilità sono chiave. Comunicazione: diretta? Non proprio… Gli indiani tendono a non dire mai “no” in modo esplicito. Preferiscono risposte ambigue o silenzi diplomatici. Un “sì” può significare “forse”. Impara a leggere tra le righe, e fai domande di conferma. Gerarchia e status Grande rispetto per l’età, il ruolo e il titolo. Tratta con rispetto i tuoi interlocutori senior. Evita di mettere in imbarazzo un partner indiano in pubblico: la faccia è importante. Stile negoziale Preparati a contrattazioni molto intense. Gli indiani sono esperti negoziatori (basti pensare ai bazar!). Il prezzo iniziale non è quasi mai quello finale. Servono pazienza, preparazione e margini. Corpo e gestualità: qualche regola d’oro
Conclusioni Esportare in India richiede preparazione tecnica e sensibilità culturale, ma il mercato è ricco di opportunità per chi sa interpretarlo. La chiave è combinare qualità italiana e adattamento locale: scegli i partner giusti, costruisci relazioni e sii paziente. I risultati possono essere sorprendenti. 💡 Hai bisogno di un supporto per avviare il tuo export verso l’India? Con Hello Export possiamo aiutarti con:
Con il nostro Progetto Export ti aiutiamo a sviluppare una strategia su misura per l’India, trovare partner seri e affrontare senza errori la parte doganale, logistica e culturale. Il Messico è una delle economie più dinamiche dell’America Latina, con oltre 130 milioni di abitanti, una posizione strategica tra Stati Uniti e Sud America, e accordi commerciali preferenziali con decine di paesi.
Per le imprese italiane, rappresenta un mercato ricco di opportunità. Ma per esportare in Messico in modo serio e profittevole, servono attenzione, preparazione e un approccio operativo. Vediamo come fare. Perché esportare in Messico? Ecco 5 motivi per cui il Messico è una destinazione interessante per l’export italiano:
Documentazione e requisiti per esportare in Messico 1. Documenti doganali
Dal 2025 è obbligatorio indicare sempre:
Strategie per entrare nel mercato messicano 🔹 Adattare il prodotto Valuta lingua, packaging, colori, materiali,il Messico ha gusti locali ma apprezza lo stile europeo. 🔹 Trovare un partner locale Un distributore o importatore può aiutare a superare le barriere burocratiche e logistiche. 🔹 Presenziare alle fiere Città del Messico, Guadalajara e Monterrey ospitano eventi settoriali importanti (es. Expo Nacional Ferretera, Expo Beauty Show, etc.) 🔹 Investire nella relazione Nel mondo latino, contano ancora fiducia, conoscenza personale e cura della relazione. Cross cultural: trattative e comunicazione Per vendere in Messico serve empatia, presenza e tatto. Alcuni consigli:
Conclusione Il Messico è una porta d’accesso straordinaria per tutto il continente americano. Ma per entrare davvero, serve preparazione, pazienza e il giusto supporto operativo. Hai un prodotto valido e vuoi capire se può funzionare in Messico? 📩 Scrivi a [email protected] Con il nostro Progetto Export ti aiutiamo a sviluppare una strategia su misura, trovare partner seri e affrontare senza errori la parte doganale, logistica e culturale. |
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