Il Marocco è da anni uno dei partner strategici più affidabili per l’Italia nel Nord Africa.
Economia in crescita, stabilità politica, incentivi agli investimenti e una posizione logistica perfetta tra Europa e Africa fanno del Marocco una meta privilegiata per l’export delle PMI italiane. Esportare in Marocco oggi è una grande opportunità per le imprese manifatturiere, sia nel B2B che nei settori legati all’edilizia, alla trasformazione industriale, al consumo e all’energia. Perché esportare in Marocco?
Cosa serve per esportare in Marocco? L’export italiano verso il Marocco è semplificato dagli accordi doganali, ma occorre rispettare la normativa locale. Documenti fondamentali:
Settori dove i prodotti italiani sono richiesti Il Made in Italy in Marocco è sinonimo di qualità e solidità. I settori in maggiore espansione sono:
Aspetti culturali da tenere in considerazione Il Marocco è un Paese musulmano moderato, abituato ai contatti internazionali, ma con usanze e ritmi da conoscere e rispettare. Stile di relazione
Ritmi e negoziazione
Contratti e pagamenti
Come entrare nel mercato marocchino Hai diverse opzioni:
Conclusione Il Marocco rappresenta un ponte naturale tra Europa, Africa e Medio Oriente. Per un’impresa manifatturiera italiana, esportare lì significa aprire nuovi mercati, lavorare con margini sani e costruire relazioni durature. 📩 Vuoi iniziare a esportare in Marocco? Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export analizziamo il potenziale dei tuoi prodotti, verifichiamo i requisiti doganali, individuiamo partner e ti aiutiamo passo dopo passo a entrare nel mercato marocchino in modo professionale. L’Arabia Saudita è tra i mercati più dinamici e strategici dell’area MENA (Middle East and North Africa).
Negli ultimi anni ha avviato un ambizioso processo di modernizzazione con il piano Vision 2030, che sta aprendo sempre più il paese agli investimenti e alle importazioni, anche da parte delle PMI italiane. Esportare in Arabia Saudita è un’opportunità concreta, ma richiede una preparazione accurata, sia dal punto di vista tecnico che culturale. Perché esportare in Arabia Saudita
Documentazione e requisiti per l’export Per esportare in Arabia Saudita servono:
Differenze culturali e tecniche di negoziazione Fare affari in Arabia Saudita non è come trattare in Europa, ecco gli aspetti fondamentali da conoscere: La relazione prima del contratto
Comunicazione e linguaggio
Tempo e gestione delle trattative
Comportamenti da evitare
Stile di business
Settori in crescita Tra i settori dove i prodotti italiani sono particolarmente richiesti:
Conclusione Esportare in Arabia Saudita è una sfida, ma anche una delle migliori occasioni per le PMI italiane nei prossimi 5 anni. Con la giusta preparazione culturale e operativa, puoi entrare in un mercato ricco, esigente, ma fedelissimo ai partner seri. 📩 Vuoi capire se i tuoi prodotti possono funzionare in Arabia Saudita? Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export ti aiutiamo a verificare i requisiti, preparare la documentazione, trovare contatti affidabili e affrontare la trattativa in modo rispettoso e vincente. Negli ultimi anni, l’Albania è diventata un partner commerciale sempre più interessante per l’Italia.
Geograficamente vicina, culturalmente affine, fiscalmente competitiva, è un mercato agile e in forte sviluppo, soprattutto in ambito manifatturiero, edilizio, moda, food e tecnologie. Se sei un’impresa italiana che produce o lavora nel B2B, l’Albania può offrire un ottimo punto di partenza (o di rafforzamento) per la tua strategia export. Perché esportare in Albania?
I settori con maggiore potenziale L’Albania ha una forte vocazione di importazione di prodotti finiti e tecnologie. I settori con maggiore richiesta di prodotti italiani sono:
Documenti necessari per esportare in Albania L’Albania non è ancora membro dell’Unione Europea, ma ha un Accordo di Libero Scambio con l’UE. Ciò significa che i prodotti di origine preferenziale italiana possono beneficiare di esenzione daziaria, a condizione che siano accompagnati da:
Attenzione alle differenze culturali Fare affari in Albania è più diretto che in Nord Europa, ma ci sono aspetti da considerare:
Come trovare clienti o distributori in Albania Le strade principali per entrare nel mercato albanese sono:
Conclusione L’Albania è un mercato concreto, vicino e ancora poco sfruttato dalle PMI italiane, che spesso guardano troppo lontano ignorando le opportunità sotto casa. Esportare lì non richiede grandi budget, ma serve metodo, serietà e un progetto fatto bene. 📩 Vuoi scoprire se i tuoi prodotti possono avere mercato in Albania? Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export ti aiutiamo ad analizzare il potenziale, cercare contatti, preparare listini e partire con un piano operativo su misura. L’internazionalizzazione non è una moda, né una parola da convegno.
È un processo concreto che può trasformare una PMI manifatturiera da impresa locale a realtà solida e riconosciuta all’estero. Ma come si fa? Quando ha senso farla? E quali sono i veri vantaggi? In questo articolo ti spieghiamo tutto, con un linguaggio chiaro e orientato alla pratica. Cosa significa internazionalizzazione (davvero) Internazionalizzare un’impresa significa adattare prodotti, struttura e processi per poter vendere e operare in altri mercati. Attenzione: non si tratta solo di “esportare”, internazionalizzazione è strategia, presenza, posizionamento, continuità. Per un’azienda manifatturiera può significare:
Quando ha senso internazionalizzare Non esiste il “momento perfetto”, ma ci sono segnali chiari che indicano che la tua azienda è pronta: ✅ Hai un prodotto già apprezzato in Italia, ma il mercato interno è saturo o in calo ✅ Hai una buona capacità produttiva, ma sfruttata solo in parte ✅ Hai un vantaggio competitivo (qualità, prezzo, flessibilità, design, sostenibilità) ✅ Hai già ricevuto richieste occasionali dall’estero, ma senza struttura ✅ Vuoi aumentare la marginalità vendendo dove il tuo valore viene pagato di più I vantaggi per le imprese manifatturiere italiane Internazionalizzare oggi ti permette di:
Come avviene l’internazionalizzazione (in modo sano) Internazionalizzare non significa andare a una fiera e vedere che succede, né tradurre il sito e aspettare richieste. Un progetto efficace prevede:
E se non hai un ufficio export interno? La maggior parte delle PMI italiane non ha una figura dedicata. Ecco perché esiste il Temporary Export Manager (TEM): un professionista che lavora con te per un periodo definito, costruendo il tuo percorso di internazionalizzazione senza dover assumere personale a tempo indeterminato. Noi di Hello Export ci occupiamo proprio di questo. Conclusione Se hai una buona azienda manifatturiera e vuoi fare il salto verso nuovi mercati, non serve rivoluzionare tutto. Serve un piano serio, un metodo operativo e un supporto competente. 📩 Vuoi scoprire se la tua impresa è pronta per internazionalizzarsi? Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export analizziamo insieme il tuo potenziale, individuiamo i mercati migliori e costruiamo una strategia su misura. L’Italia è uno dei Paesi manifatturieri più forti al mondo, dalla meccanica al packaging, dall’arredo al cosmetico, passando per i componenti industriali e l’automazione, le aziende italiane producono qualità, innovazione e soluzioni tecniche apprezzate ovunque. Eppure, moltissime imprese manifatturiere italiane non esportano, o lo fanno in modo occasionale, disordinato, inefficace. Peccato, perché oggi l’export è uno dei pochi strumenti concreti per crescere davvero. Perché un’azienda manifatturiera dovrebbe esportare
Quali sono i prodotti italiani più richiesti all’estero? Secondo i dati ISTAT, tra i settori manifatturieri più esportati nel 2024 troviamo:
Cosa serve davvero per iniziare a esportare? Non bastano cataloghi in inglese e qualche fiera all’estero. Serve un progetto export su misura, che tenga conto di:
Cosa può fare un’azienda manifatturiera che vuole iniziare? Due strade:
Con il Progetto Export strutturiamo insieme: ✅ la strategia ✅ i documenti ✅ le prime ricerche di clienti/distributori ✅ la tua presenza digitale per l’estero ✅ la gestione di offerte, spedizioni e trattative Conclusione L’Italia ha un potenziale manifatturiero enorme. Se anche tu produci qualcosa di solido, utile, bello o tecnico… è il momento di portarlo all'estero. Non serve essere una multinazionale. Serve essere pronti, concreti e ben guidati. 📩 Vuoi scoprire se i tuoi prodotti possono davvero conquistare l’estero? Scrivici oggi a [email protected] e scopri il nostro Progetto Export Con Hello Export, l’internazionalizzazione della tua impresa diventa un progetto reale, operativo e sostenibile. La Danimarca è uno dei mercati più avanzati, ordinati e affidabili dell’Europa settentrionale. Membro dell’UE (ma non dell’Eurozona), con un’economia solida e un’elevata apertura commerciale, rappresenta una destinazione ideale per le aziende italiane che puntano a un mercato serio, sostenibile e ben regolamentato.
Esportare in Danimarca richiede precisione, trasparenza e un approccio diretto, soprattutto nel B2B, è un Paese in cui il rapporto si costruisce più sulla fiducia professionale che sulla relazione personale, e dove ogni parola conta. Perché esportare in Danimarca
Settori con alto potenziale per l’Italia
Come comportarsi nel business con la Danimarca: aspetti cross-culturali Fare affari con i danesi è piacevole, ma bisogna essere preparati. Le regole non scritte del loro business culture sono molto diverse da quelle italiane. Ecco le più importanti: 1. Comunicazione diretta e senza giri di parole I danesi usano uno stile low-context: dicono esattamente quello che intendono. Non girano intorno a un “no” e si aspettano altrettanta chiarezza da te. Evita eccessi retorici, promesse vaghe o “giri di parole all’italiana”. Meglio parlare chiaro. 2. Business centrato sull’accordo (deal-focused) I danesi vanno dritti al punto, vogliono sapere cosa offri, a che prezzo e con quali condizioni. Non si aspettano relazioni personali o “romanticismi” commerciali. Un buon prodotto, presentato bene, è più efficace di mille inviti a cena. 3. Uguaglianza e informalità Nonostante la serietà professionale, il business danese è molto orizzontale: anche un CEO può vestirsi in modo semplice e parlare in prima persona. Usa i nomi propri, senza troppi formalismi, ma sii sempre preciso ed educato. 4. Poche emozioni, molta sostanza Lo stile comunicativo danese è contenuto, sobrio e pragmatico. Niente esagerazioni o vendite aggressive, usa dati, benefici misurabili e dimostra affidabilità. Come negoziare con i danesi Cosa fare
Cosa evitare
Contratti I danesi prendono molto sul serio gli accordi scritti: ciò che è firmato vale, e ogni modifica va discussa con precisione. Conclusione Esportare in Danimarca è una scelta strategica per chi vuole entrare in un mercato solido, rispettoso e meritocratico. Se hai un prodotto valido, ben posizionato e sei pronto a comunicare con precisione, puoi conquistare la fiducia danese e costruire relazioni di lungo periodo. Vuoi prepararti ad affrontare il mercato danese con una strategia concreta? Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export ti aiutiamo a identificare i buyer giusti, adattare la tua proposta commerciale e affrontare trattative in stile nordico, senza sbagliare tono, tempi o obiettivi. La Romania è uno dei partner commerciali più interessanti e accessibili per l’Italia, soprattutto nel settore manifatturiero, agroalimentare, edilizio e dei servizi industriali.
Membro dell’UE dal 2007, con una posizione strategica tra Europa centrale, Balcani e Mar Nero, la Romania è vicina geograficamente, logisticamente ed economicamente. Esportare in Romania è una scelta logica per molte PMI italiane, ma richiede un approccio consapevole, una comunicazione precisa e competenze interculturali ben calibrate. Perché esportare in Romania
Settori ad alto potenziale
Aspetti interculturali e negoziazione con i partner romeni Fare affari in Romania richiede tempo, attenzione relazionale e sensibilità culturale. Ecco i punti chiave da tenere a mente: Lingua e comunicazione
Relazione prima del contratto
Comunicazione indiretta
Gerarchie e formalità
Tempo, puntualità e trattativa
Come negoziare (e concludere) un affare in Romania
Conclusione Esportare in Romania è un’opportunità concreta per le PMI italiane, ma va affrontata con rispetto, metodo e attenzione culturale. Il mercato è favorevole, aperto al made in Italy e logisticamente semplice. Ma come sempre nell’export, il successo dipende da quanto sei preparato a parlare la lingua (non solo linguistica) del tuo cliente. Vuoi esportare in Romania con un piano chiaro e contatti mirati? Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export ti affianchiamo nella selezione dei mercati, nella preparazione dei materiali e nella gestione delle trattative con partner esteri, anche in Romania. I metodi di pagamento internazionali: guida pratica per vendere (e comprare) all’estero in sicurezza6/6/2025
Quando si parla di export o import, uno dei temi più delicati è il pagamento.
Vendere un prodotto all’estero è una conquista, ed essere pagati in modo puntuale e sicuro è la vera vittoria. Esistono diversi strumenti per gestire i pagamenti internazionali, ognuno con vantaggi, rischi e gradi di sicurezza diversi. Conoscerli ti permette di tutelarti, negoziare meglio e chiudere trattative senza brutte sorprese. I principali metodi di pagamento internazionali 1. Pagamento anticipato (Advance Payment) Massima sicurezza per il venditore, rischio alto per il compratore. Il cliente estero paga prima della spedizione. È molto usato quando:
❗ Contro: può rallentare o scoraggiare l’ordine 2. Bonifico bancario (Bank Transfer / T/T – Telegraphic Transfer) Il più diffuso, soprattutto per relazioni consolidate. Il pagamento avviene prima o dopo la consegna, in base agli accordi (es. 30% all’ordine, 70% prima della spedizione). ✔️ Pro: flessibile, economico, tracciabile ❗ Contro: richiede fiducia reciproca 3. Lettera di credito (Letter of Credit – L/C) È uno strumento bancario che garantisce il pagamento al fornitore, se le condizioni previste nel contratto sono rispettate (es. consegna della merce, documenti doganali, ecc.). ✔️ Pro: protegge entrambe le parti, ideale per operazioni complesse o nuovi partner ❗ Contro: costi bancari alti, procedure lunghe e burocratiche 4. Incasso documentario (Documentary Collection – D/P o D/A) La banca del venditore invia i documenti alla banca del compratore e rilascia la merce solo a pagamento effettuato (D/P) o accettazione della scadenza (D/A). ✔️ Pro: più sicuro di un bonifico semplice, meno costoso di una L/C ❗ Contro: meno tutelante in caso di mancato ritiro o pagamento 5. Pagamento posticipato (Open Account) Il fornitore spedisce la merce e il cliente paga dopo 30, 60 o 90 giorni. ✔️ Pro: molto competitivo per l’acquirente ❗ Contro: rischio elevato per il venditore, usato solo con clienti affidabili 6. PayPal, Stripe, carte di credito Usati per e-commerce, piccoli importatori o test di mercato. Comodi ma con commissioni elevate e tutele limitate. ✔️ Pro: rapidità, accessibilità, adatti a transazioni B2C ❗ Contro: limiti di importo e gestione reclami meno strutturata Quale metodo scegliere? Dipende da:
Conclusione Saper gestire i metodi di pagamento internazionali non è solo un tema amministrativo. È una leva di negoziazione, una forma di tutela e uno strumento di competitività. 📩 Vuoi impostare correttamente i tuoi contratti export/import e scegliere il metodo di pagamento più adatto al tuo caso? Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export o Progetto Import, ti aiutiamo a strutturare le vendite estere anche dal punto di vista finanziario, con sicurezza e professionalità. Molte aziende aspettano “il momento giusto” per iniziare a esportare.
Ma il momento giusto non arriva mai da solo. E proprio nei momenti di difficoltà, saturazione del mercato interno o rallentamento della domanda, è il momento perfetto per guardare fuori dai confini e ripartire con una visione più ampia. Perché investire in un TEM o DTEM adesso Un Temporary Export Manager (TEM) o Digital TEM (DTEM) non è un consulente generico, è un professionista operativo che ti affianca per trovare mercati nuovi, contatti veri e opportunità di crescita all’estero. Proprio come accade nella pubblicità nei tempi di crisi, anche nell’export vale questa logica: “Nei momenti buoni si vorrebbe investire. Nei momenti difficili si dovrebbe farlo.” Il TEM ti serve se:
Cosa fa un TEM/DTEM in pratica
È un investimento, non un costo Un TEM non è un dipendente a tempo indeterminato, non è un agente a provvigione. È una figura temporanea ma concreta, che lavora con obiettivi e risultati misurabili. E spesso, se ben impostato, il progetto si ripaga con i primi 1 o 2 ordini chiusi. Inoltre, in molte regioni italiane ci sono voucher e bandi che coprono parte del costo. Conclusione Aspettare che “riparta il mercato” è una scelta passiva. Investire in un progetto export con un TEM o DTEM, invece, è una scelta attiva, strategica, e soprattutto concreta. Perché i clienti che cerchi potrebbero trovarsi a soli due paesi di distanza. 📩 Vuoi partire? Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export ti affianchiamo con veri professionisti operativi, pronti a portarti fuori dai confini, senza perdere tempo né soldi. Quando si parla di export, spesso si pensa solo a dogane, documenti e listini, ma nel commercio internazionale — proprio come in quello interno — le leve promozionali funzionano eccome.
Soprattutto se vuoi distinguerti online, attirare buyer o importatori e incentivare il primo ordine. Incentivi, ma con intelligenza: perché funzionano Regali, bonus, extra prodotto, trasporto incluso, omaggi a campione... sono tutti strumenti che servono per:
Nel digital export, dove il cliente non può vederti né toccare il prodotto, l’incentivo giusto può diventare il primo passo per ottenere un ordine vero. Esempi pratici di promozioni utili nell’export
Strategia push o pull? Nell’export servono entrambe Nel marketing si distinguono due tipi di incentivi:
✔️ Ads sponsorizzate su LinkedIn o Google per attrarre buyer → pull ✔️ Materiale esclusivo o extra condizioni a un partner locale → push Quando l’incentivo funziona davvero Un incentivo ha senso se:
Conclusione Esportare non significa solo essere tecnici, precisi e regolamentati. Significa anche sapere vendere. E vendere vuol dire dare qualcosa in più, per farsi scegliere, ricordare e riordinare. 📩 Vuoi impostare una strategia export o digital export con una leva promozionale efficace? Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export costruiamo insieme un piano serio, operativo e sostenibile — anche a partire da un piccolo incentivo che fa una grande differenza. Se hai un buon prodotto ma i tuoi preventivi all’estero non si trasformano in ordini, il problema potrebbe non essere il prezzo.
Spesso è la proposta commerciale che non comunica abbastanza valore, non parla il linguaggio del cliente o non tiene conto delle sue motivazioni d’acquisto. Nel commercio internazionale, dove la concorrenza è ampia e i margini più stretti, saper scrivere una proposta commerciale efficace può fare la differenza tra un affare perso e un nuovo cliente acquisito. Cosa deve fare una proposta commerciale per funzionare Una buona proposta commerciale per l’estero deve:
Come costruire valore (senza vendere solo sul prezzo) Un errore comune è puntare tutto sul prezzo, ma nel B2B internazionale, il vero vantaggio competitivo si costruisce attorno alla percezione di valore. Valore significa:
Strategie per migliorare le tue proposte export 1. Individua le vere esigenze del cliente Prima di scrivere un’offerta, chiediti cosa davvero conta per quel cliente: tempi di consegna? personalizzazione? tracciabilità? Poi evidenzia proprio quello nella tua proposta. 2. Scrivi come se stessi parlando a lui Evita frasi standard tipo “alleghiamo la nostra miglior offerta” e scrivi invece: “Come richiesto, le proponiamo un’offerta adatta alla distribuzione nel suo canale horeca in Spagna, con etichettatura in lingua e tempi di consegna entro 10 gg DAP Madrid.” 3. Valorizza, non giustificare Non dire “il prezzo è più alto perché siamo più piccoli” ma: “Il nostro prodotto ha un costo superiore alla media, ma consente un risparmio logistico grazie al suo packaging ottimizzato e pronto per la vendita.” 4. Usa uno schema chiaro Dividi la proposta in sezioni leggibili:
Bonus: le motivazioni di acquisto più forti nei clienti esteri Le principali leve d’acquisto internazionali sono:
Più le tue proposte toccano una di queste leve, più aumentano le probabilità di chiusura. Conclusione Una proposta commerciale ben scritta non è solo un preventivo: è il primo strumento di vendita concreta nel processo export. È la tua voce all’estero, il biglietto da visita operativo che può aprire la porta a nuovi mercati. 📩 Hai bisogno di migliorare le tue proposte commerciali per l’estero o strutturare un modello efficace? Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export ti aiutiamo a scrivere proposte commerciali vincenti, tecniche, convincenti e coerenti con i mercati internazionali. Introduzione all’export operativo
Esportare non significa semplicemente spedire all’estero o aggiungere un sito in inglese. Significa costruire una strategia commerciale internazionale, con azioni mirate per generare contatti qualificati, avviare trattative e concludere vendite con clienti reali. L’export operativo è questo: un approccio concreto e misurabile, fatto di strumenti, azioni, follow-up e risultati. Molte imprese piemontesi hanno prodotti eccellenti ma faticano a uscire dai confini italiani perché manca il tempo, il personale o il metodo per affrontare l’internazionalizzazione. È qui che entra in gioco la figura del consulente export: una risorsa esterna che porta esperienza, contatti e operatività senza pesare sull’organico. I vantaggi per le PMI piemontesi Un’azienda piemontese che sceglie di attivare un progetto di export operativo ottiene diversi vantaggi strategici:
Come funziona un percorso di export operativo Un vero percorso operativo inizia sempre da un’analisi:
Chi può farlo Il servizio è pensato per:
Conclusione Trovare clienti esteri non è una questione di fortuna o di taglia aziendale. È una questione di approccio, costanza e metodo. L’export non si improvvisa, ma se affrontato bene può diventare una delle leve di crescita più importanti per la tua impresa. 📩 Richiedi la tua consulenza gratuita Scrivici a [email protected] e scopri il nostro Progetto Export pensato per PMI piemontesi come la tua, che vogliono crescere all’estero partendo da azioni concrete, strumenti giusti e obiettivi chiari. Se sei un imprenditore in Piemonte e vuoi iniziare a vendere all’estero, probabilmente ti sei già fatto una di queste domande:
Chi è un Temporary Export Manager (TEM) Un Temporary Export Manager è un professionista esperto in internazionalizzazione che lavora temporaneamente al fianco della tua azienda. Non è un dipendente, non è un agente, non è una figura teorica. È qualcuno che porta metodo, contatti, esperienza e operatività dentro alla tua realtà, per aiutarti a entrare in nuovi mercati o strutturare meglio quelli già attivi. Cosa fa concretamente un TEM? Un buon TEM ti affianca nella gestione dell’export, dalla strategia all’azione. In particolare:
Perché un TEM è utile alle aziende piemontesi Il Piemonte è una regione con una forte vocazione industriale, artigianale e agroalimentare. Ma molte PMI piemontesi, pur avendo ottimi prodotti, non hanno mai avuto il tempo o le competenze per affrontare seriamente l’export. Un TEM è la soluzione ideale se:
Temporary Export Manager: un investimento intelligente Non è un costo fisso, ma un investimento con un ritorno misurabile. Non devi assumerlo a tempo indeterminato. Non lavori alla cieca: un TEM lavora con obiettivi, piani d’azione e report. In più, in Piemonte esistono anche voucher e bandi pubblici (es. Invitalia, Regione Piemonte, Camera di Commercio) che in certi periodi possono finanziare parte del servizio. Conclusione Il tuo prodotto ha potenziale all’estero, ma non ci arriva da solo. Hai bisogno di metodo, esperienza e relazioni costruite con pazienza. Un Temporary Export Manager, se scelto bene, può diventare la figura chiave per dare slancio reale al tuo export, senza stravolgere l’organizzazione interna. 📩 Vuoi capire se il TEM è la figura giusta per la tua azienda? Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export lavoriamo ogni giorno a fianco di imprese piemontesi che vogliono iniziare (o ripartire) a vendere all’estero. Concreti, su misura, senza fronzoli. La Svezia è uno dei mercati più avanzati d’Europa, tanto in termini tecnologici quanto culturali. Con una popolazione relativamente piccola ma un potere d’acquisto elevato, un grande rispetto per la sostenibilità e una spiccata attenzione alla qualità dei prodotti, è un paese perfetto per il made in Italy, se sai come presentarti.
Esportare in Svezia significa strutturare bene l’offerta, essere credibili, dimostrare valore concreto, senza eccessi o chiacchiere inutili. Gli svedesi apprezzano ciò che funziona, che dura, che ha un’identità chiara. Perché esportare in Svezia
I settori che funzionano meglio
Stile commerciale e aspetti interculturali Esportare in Svezia richiede chiarezza, concretezza e coerenza. Non serve impressionare, serve convincere con i fatti. 1. Professionalità silenziosa Niente fronzoli. I materiali devono essere ben fatti, i prezzi chiari, la logistica ben organizzata. Lo stile è informale, ma molto preciso. 2. Sostenibilità e trasparenza Il cliente svedese (sia consumer che buyer B2B) guarda all’origine, ai materiali, all’impatto ambientale, alla responsabilità sociale. Se hai certificazioni o scelte green, mettile in evidenza. 3. Rispetto dei tempi Rispondi puntuale, rispetta ogni scadenza, non promettere se non sei certo di mantenere. Una volta persa la fiducia, è difficile recuperarla. 4. Comunicazione in inglese Lo svedese non è richiesto, ma l’inglese deve essere fluente. Brochure, sito, offerte, schede tecniche: tutto in inglese corretto e professionale. Documentazione e logistica La Svezia è membro dell’Unione Europea, non ci sono dazi o barriere doganali, ma serve comunque prepararsi bene:
Fiere ed eventi in Svezia Le fiere svedesi sono spesso molto verticali e ben organizzate, ecco alcune tra le più rilevanti:
Conclusione La Svezia è un mercato serio, stabile e ben disposto verso l’Italia, ma pretende concretezza, rispetto e affidabilità. Se ti presenti con i materiali giusti, una proposta coerente e una strategia sostenibile, può diventare un mercato fidelizzato e redditizio nel lungo periodo. 📩 Vuoi entrare nel mercato svedese in modo professionale, con il supporto di chi parla la lingua del commercio internazionale? Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export ti aiutiamo a costruire la tua presenza commerciale in Svezia, partendo dalla base: listini, materiali, documenti, contatti e fiere. L’Austria è spesso sottovalutata, ma in realtà è uno dei mercati più accessibili e affidabili per le imprese italiane, eppure parliamo di un’economia stabile, ben integrata nel cuore dell’Europa, con un forte legame storico e culturale con l’Italia, in particolare con il Nord Est.
Vienna è sede di molte organizzazioni internazionali, e il Paese ha un livello di reddito pro capite elevato e una domanda solida, sia sul fronte consumer che industriale. Perché esportare in Austria
Settori con alto potenziale
Come approcciare il mercato austriaco L’Austria è un mercato dove la serietà batte il marketing. Le imprese austriache vogliono lavorare con fornitori affidabili, organizzati e solidi. Ecco alcune regole fondamentali:
Aspetti interculturali
Documentazione e burocrazia L’Austria è parte dell’Unione Europea, quindi non ci sono dazi né barriere doganali. Tuttavia, è importante:
Fiere in Austria: piccole ma mirate L’Austria ospita fiere più compatte rispetto a Germania e Francia, ma spesso più verticali e concrete, ecco alcuni esempi:
Conclusione L’Austria è un mercato serio, ordinato e collaborativo. Chi esporta con metodo e affidabilità può costruire rapporti solidi e duraturi, anche senza fare grandi numeri iniziali. 📩 Vuoi impostare un progetto export per l’Austria con i giusti strumenti? Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export ti aiutiamo a impostare listini, preparare documenti, tradurre i tuoi materiali e avviare relazioni concrete con partner austriaci. La Svizzera è uno dei mercati più solidi, affidabili e ricettivi per i prodotti italiani.
È vicina geograficamente, fuori dall’Unione Europea ma integrata economicamente con l’Europa, è un paese stabile, ordinato, ad alto potere d’acquisto, con una clientela esigente ma ben disposta verso il made in Italy. Attenzione, però: esportare in Svizzera richiede una preparazione accurata, non basta “fare la fattura” e spedire. Serve conoscere dogane, regole tecniche, incoterms e aspettative commerciali molto precise. Perché esportare in Svizzera?
Settori che funzionano bene in Svizzera
Come gestire la dogana: Svizzera ≠ UE La Svizzera non fa parte dell’Unione Europea, quindi l’esportazione è formalmente extra-UE. Servono:
Aspetti culturali e stile commerciale
Fiere e contatti locali La Svizzera ospita diverse fiere B2B interessanti, anche se di scala più contenuta rispetto a Germania o Francia. Tra le più rilevanti:
Conclusione La Svizzera è un mercato esigente ma straordinariamente stabile. Chi esporta con precisione, serietà e preparazione può costruire relazioni durature e redditizie. 📩 Vuoi entrare nel mercato svizzero con un progetto export studiato su misura? Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export ti aiutiamo a gestire tutti gli aspetti: dogana, documenti, strategia commerciale, contatti locali e posizionamento. Molti pensano che esportare significhi semplicemente vendere all’estero.
In realtà, esportare è un processo ben più profondo. È una strategia, un’evoluzione aziendale, una palestra che ti obbliga a fare le cose bene. E soprattutto: non si improvvisa. Esportare non è (solo) spedire o vendere all'estero Chi esporta con successo lo sa: ✔️ Non basta una traduzione in inglese ✔️ Non basta spedire un pallet ✔️ Non basta rispondere a un’email con un listino in euro Esportare significa preparare l’azienda ad affrontare un mercato estero, capirne le regole, la cultura, i vincoli, le opportunità. Cosa comporta esportare? Ecco cosa vuol dire davvero:
Esportare è anche cambiare approccio mentale
Ma quindi... chi può esportare? Non servono fatturati milionari. Serve volontà, metodo e costanza. Esportano con successo anche aziende piccole, artigiane, di nicchia. Chi ha prodotto, visione e voglia di imparare può esportare, e crescere. Conclusione Esportare è molto più che spedire o vendere all'estero una tantum. È fare un passo in avanti come azienda, come imprenditore, come squadra. E farlo con la consapevolezza che non serve partire da tutto, ma serve partire bene. 📩 Vuoi iniziare a esportare con metodo, senza perdere tempo in tentativi improvvisati? Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export ti aiutiamo a capire da dove partire, cosa serve davvero e come iniziare a vendere all’estero con una strategia concreta e sostenibile. ✨ E se vuoi capire meglio cosa fa un export manager, e come si costruisce un vero progetto internazionale, dai un’occhiata anche al nostro ebook dedicato: lo trovi nella sezione E-BOOK, ed è un ottimo punto di partenza per orientarti con le idee chiare. Italia e Spagna condividono più di una lingua latina: abbiamo gusti simili, settori economici paralleli e una complementarità commerciale fortissima.
Non è un caso se la Spagna è tra le prime 5 destinazioni dell’export italiano, e cresce stabilmente ogni anno.Vicini geograficamente, con logistiche semplici e barriere culturali ridotte, gli spagnoli amano i prodotti italiani – non solo per la qualità, ma anche per lo stile, l’affidabilità e la disponibilità a collaborare. Ma attenzione: non confondere affinità culturale con superficialità commerciale. Il mercato spagnolo va affrontato con metodo, presenza e professionalità. Perché esportare in Spagna?
Settori in cui il made in Italy funziona in Spagna
Aspetti interculturali: empatia e chiarezza 1. Relazioni personali molto importanti Gli spagnoli vogliono sapere con chi hanno a che fare, costruire un rapporto umano, anche leggero e cordiale, aiuta tantissimo nel consolidare la fiducia. 2. Comunicazione chiara, ma non fredda Non serve troppa formalità, un tono amichevole, ma professionale, è la combinazione giusta. 3. Spagnolo, meglio dell’inglese Se puoi comunicare nella loro lingua, parti in vantaggio, anche per la documentazione. 4. Affidabilità e coerenza Una volta che ti aprono la porta, devi rispettare i tempi, i prezzi e le condizioni promesse, ogni “forse” diventa un rischio. Le fiere in Spagna: concretezza e visibilità La Spagna ospita fiere settoriali ben organizzate, molto frequentate da buyer locali e latinoamericani. Tra le principali:
Documentazione e aspetti tecnici La Spagna, essendo parte dell’UE:
Conclusione Esportare in Spagna è spesso il primo passo perfetto per testare un’espansione all’estero. Un mercato vicino, aperto, vivace, ma da rispettare in pieno per ottenere risultati veri. 📩 Vuoi iniziare a vendere i tuoi prodotti in Spagna con un piano export concreto e ben strutturato? Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export ti aiutiamo a preparare materiali, listini, documentazione, partecipazioni fieristiche e contatti con buyer spagnoli. Italia e Francia sono molto più che vicini di casa: sono due partner storici, culturalmente affini ma anche profondamente diversi nel modo di fare business.
Con oltre 50 miliardi di euro di scambi commerciali all’anno, la Francia è uno dei principali mercati esteri per le aziende italiane. Se vuoi esportare in Francia, devi prepararti con attenzione. Il made in Italy è molto apprezzato, ma non basta essere italiani: serve dimostrare serietà, organizzazione e capacità di costruire relazioni di fiducia. Perché esportare in Francia?
Settori con maggiore potenziale
Aspetti interculturali: la forma è sostanza 1. Comunicazione elegante e strutturata Il cliente francese è molto attento alla forma: una mail curata, un catalogo elegante, una presentazione ben scritta fanno la differenza. 2. Il francese prima dell’inglese Anche se molti parlano inglese, comunicare in francese è un segnale di rispetto, un sito bilingue, un catalogo in lingua o almeno un commerciale francofono sono indispensabile. 3. Costruire fiducia richiede tempo Il mercato francese è formale e riflessivo: ci vogliono più passaggi, più incontri, più follow-up per costruire una relazione commerciale solida. 4. Precisione, puntualità, coerenza I clienti francesi non gradiscono sorprese o cambi di rotta. Le condizioni promesse vanno rispettate. Sempre. Come presentarsi al mercato francese
Le fiere in Francia: visibilità e contatti reali La Francia ospita molte fiere di livello internazionale. Tra le principali:
Documentazione e burocrazia La Francia è in Unione Europea, quindi non ci sono dazi doganali né autorizzazioni particolari per esportare. Tuttavia, è fondamentale:
Conclusione Esportare in Francia è un passo importante per ogni azienda italiana. Non è un mercato “facile”, ma è molto ricettivo se si lavora con rispetto, preparazione e coerenza. 📩 Vuoi impostare un progetto export professionale per la Francia? Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export ti aiutiamo a presentarti nel modo giusto, costruire relazioni solide e vendere i tuoi prodotti sul mercato francese con metodo e visione. Italia e Germania condividono legami profondi: culturali, economici, storici.
Siamo partner commerciali di lungo corso, geograficamente vicini, con economie complementari, l’Italia è uno dei principali fornitori della Germania, e la Germania è il nostro primo mercato estero. Export verso la Germania significa rigore, efficienza e continuità, ma anche opportunità concrete per chi sa parlare la lingua del business tedesco: qualità, affidabilità e precisione. Perché esportare in Germania?
Settori con maggior potenziale
Precisione, puntualità, chiarezza: i tre pilastri del business in Germania In Germania non basta avere un bel prodotto. Per conquistare (e mantenere) un cliente tedesco servono:
Aspetti interculturali: cosa sapere per lavorare con la Germania 1. Le relazioni personali contano, ma non sono prioritarie I tedeschi separano la sfera professionale da quella personale, la fiducia si costruisce sul rispetto degli impegni, non sul caffè dopo la riunione. 2. Il tempo è una risorsa seria Essere in ritardo, consegnare tardi o cambiare una scadenza senza preavviso può compromettere la relazione. 3. Comunicazione diretta e oggettiva Non servono giri di parole. Meglio dati concreti, risposte secche e affidabilità rispetto a promesse vaghe. 4. La preparazione è tutto Non presentarti a una fiera, a un call o a un primo contatto senza materiali ben fatti: cataloghi, schede tecniche, prezzi, capacità produttiva, tutto pronto. Le fiere in Germania: efficienza che lascia il segno (anche emotivo) Chi lavora con l’estero sa che la Germania è la regina delle fiere internazionali, dalla meccanica al packaging, dal design al food, passando per elettronica, edilizia, automotive e logistica, ogni settore ha il suo evento di riferimento. Alcuni esempi:
🎯 Chicca personale dell’autrice: “La mia prima fiera in Germania è stata quasi uno shock. Ho parcheggiato ed ero dentro in cinque minuti netti. La fila al bar per il caffè è durata un minuto. Quasi mi ha infastidito: da italiana abituata al caos, non ero pronta a tutta quella efficienza. Poi ho capito che lì il tempo si rispetta davvero. E ho iniziato ad amarlo.” Documentazione e burocrazia La Germania fa parte dell’Unione Europea, quindi non ci sono dazi né licenze di esportazione (salvo in casi particolari). Ma attenzione a:
Vuoi farti spazio nel mercato tedesco? Allora serve un piano chiaro, una comunicazione rigorosa, una proposta commerciale studiata bene. Non basta mandare mail a freddo, serve una presenza costante, una rete commerciale ben costruita e un export manager che conosca la cultura e le dinamiche del mercato tedesco. Conclusione Esportare in Germania non è difficile, ma non si improvvisa, chi ci riesce, però, conquista un mercato solido, pagante e continuativo. 📩 Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Export ti aiutiamo a costruire una strategia seria per il mercato tedesco: dalla documentazione alla comunicazione, dai contatti giusti fino alla vendita. Importare componenti o prodotti elettronici da fuori Europa può rappresentare un vantaggio competitivo, ma solo se gestito con competenza, attenzione normativa e logistica ben pianificata.
La complessità tecnica del settore e la rigidità dei controlli doganali rendono indispensabile un approccio preciso, documentato e senza improvvisazioni. Cosa si intende per articoli elettronici?
I 5 passaggi fondamentali per importare elettronica da extra-UE: 1. Selezione del fornitore: qualità prima del prezzo
2. Documentazione obbligatoria Per evitare blocchi alla dogana o respingimenti, devi avere:
3. Codice doganale corretto (HS Code) I prodotti elettronici hanno voci doganali complesse. Usare il codice sbagliato può comportare:
4. Trasporto e incoterms Generalmente le opzioni migliori sono:
5. Conformità CE: non basta appiccicare il logo Molti articoli elettronici extra-UE arrivano con un falso o incompleto marchio CE. Il responsabile dell’immissione in commercio nell’UE sei tu: serve assicurarsi che il prodotto:
Errori da evitare
Conclusione L’elettronica è un settore delicato, regolato, tecnico. Se importi da extra-UE senza competenze specifiche, rischi di sprecare tempo, denaro e subire blocchi doganali. Vuoi importare articoli elettronici in sicurezza, con controllo sui costi e conformità normativa? 📩 Scrivici a [email protected] Con il Progetto Import di Hello Export ti aiutiamo a:
Nel 2025 l’India si conferma uno dei partner commerciali più dinamici e strategici per le aziende italiane.
Con una manifattura sempre più competitiva e diversificata, una forte presenza nel settore farmaceutico, chimico, tessile, automotive, elettronico e dell’artigianato, importare dall’India può essere un’opportunità concreta per migliorare costi, qualità e innovazione di prodotto. Ma, come ogni operazione internazionale, servono preparazione, metodo e sensibilità culturale. Cosa si importa dall’India?
Perché importare dall’India?
La chiave è il fornitore giusto (e il controllo qualità) Non basta trovare un’azienda online. È fondamentale:
Meglio testare, validare e poi procedere su basi solide. Aspetti culturali: come gestire la relazione commerciale In India, la relazione personale è spesso più importante del contratto scritto. Ecco alcuni consigli chiave:
Documentazione per importare dall’India
Logistica e dazi L’India ha ottime connessioni via mare (es. da Mumbai, Chennai, Nhava Sheva) e costi competitivi, ma i tempi di transito possono essere lunghi (25-35 giorni via nave). Va pianificato tutto con largo anticipo. L’Italia e l’India non hanno un accordo di libero scambio attivo, quindi i dazi doganali variano in base al prodotto e vanno calcolati attentamente. Conclusione Importare dall’India è un’opportunità straordinaria per molte aziende italiane. Ma è un’operazione che richiede professionalità, presenza, controllo e rispetto culturale. Vuoi strutturare un progetto import serio dall’India e partire con il piede giusto? 📩 Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Import ti aiutiamo a:
L’Africa è un continente meraviglioso, ricca di risorse naturali, cultura, vitalità imprenditoriale e relazioni umane profonde.
Nonostante troppe narrazioni ancora la raccontino solo come “emergente”, l’Africa è in realtà un mosaico di mercati attivi, con economie dinamiche e una domanda internazionale in crescita. L’Italia ha storicamente forti legami con molti paesi africani, sia per vicinanza geografica che per rapporti di cooperazione, scambi commerciali e presenza della diaspora. Oggi più che mai, è il momento di rafforzare questi legami con progetti economici seri, rispettosi e ben strutturati. Importare dall’Africa non è solo conveniente: è strategico, se fatto nel modo giusto. Cosa si importa oggi dall’Africa?
La sfida principale: trovare il fornitore giusto Trovare un fornitore affidabile, certificato e professionale è la parte più delicata. Non basta scambiarsi qualche mail e trattare sul prezzo. È fondamentale:
In Africa, come ovunque, il rischio maggiore è prendere decisioni affrettate basandosi solo su prezzo e promessa. Aspetti cross cultural: la trattativa va fatta guardandosi negli occhi Uno degli elementi più importanti dell’import dall’Africa è il fattore umano. La dimensione relazionale è centrale: le trattative serie si concludono di persona, stringendosi la mano e guardandosi negli occhi. Non è folklore, è business: la fiducia si costruisce con la presenza. In molte culture africane, il tempo ha una dimensione diversa: prima di chiudere un accordo serve conoscersi, prendersi il giusto spazio, capire se si può lavorare insieme. Visite in loco, scambi culturali, apertura all’ascolto e rispetto dei valori locali fanno la differenza. Se non sei disposto a salire su un aereo, forse non sei pronto per importare dall’Africa. Documentazione e burocrazia Importare da paesi africani richiede una gestione attenta della documentazione, soprattutto:
Conclusione Importare dall’Africa non è un’opzione da fare a cuor leggero, ma se lo fai con la testa, il cuore e una strategia chiara, può diventare un asse commerciale solido, profittevole e carico di valore umano. Hai un progetto di import dall’Africa e vuoi essere certo di fare i passi giusti? 📩 Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Import, ti aiutiamo a selezionare fornitori affidabili, pianificare visite in loco, costruire relazioni durature e gestire tutto il processo documentale. Con rispetto, con metodo, con visione. Quando si parla di importazioni e acquisti internazionali, uno dei termini più usati (e abusati) è saving, lo trovi scritto ovunque: saving sulla materia prima, saving sul trasporto, saving sulla logistica.
Ma cosa significa davvero “saving”? e soprattutto: come si ottiene davvero un saving concreto, sostenibile e non solo apparente? Saving: definizione pratica
Ottimizzare i costi d’import: cosa vuol dire (sul serio) Ottimizzare i costi legati all’import non significa cercare il fornitore più economico su Alibaba, significa mettere sotto controllo ogni voce di spesa legata alla tua filiera d’acquisto estera, e individuare:
Esempi reali di saving nell’import
Dove cercare saving, se importi:
E quando NON è saving?
Conclusione Saving è una parola importante, ma deve essere reale, misurabile e sostenibile. Se vuoi capire dove puoi ottenere saving concreti sul tuo import, e come ottimizzare davvero ogni aspetto della catena acquisti internazionale... 📩 Scrivici a [email protected] Con il Progetto Import di Hello Export analizziamo la tua supply chain, identifichiamo gli sprechi nascosti e costruiamo una strategia su misura per farti risparmiare senza perdere controllo né qualità. Una supply chain che funziona inizia dalla scelta dei fornitori giusti.
Nel mondo dell’import, non basta trovare un “fornitore economico”, serve selezionare un partner affidabile, negoziare in modo strategico e gestire la relazione nel tempo. E questo, nel 2025, è ancora più vero, perché l’instabilità geopolitica e logistica non perdona gli errori. I 3 errori più comuni nella gestione dei fornitori esteri
Leva 1: selezione tecnica + controllo referenze Analizza le specifiche, richiedi documentazione reale (non solo cataloghi patinati), verifica la capacità produttiva e controlla referenze solide. Leva 2: contratto commerciale chiaro Stabilisci tutto: tempi, penali, resi, etichettature, documenti richiesti, standard di imballaggio. Evita l’approccio “lasciamo correre”. Leva 3: gestione attiva della relazione Stabilisci KPI, monitora i tempi di consegna, la % di difettosità, i ritardi doganali imputabili al fornitore. Se serve, cambia. Il fornitore è un partner, non un favore. Conclusione La gestione dei fornitori esteri non è una funzione operativa,è una leva strategica di controllo per chi vuole importare meglio, a condizioni vantaggiose e con performance elevate. 📩 Scrivici a [email protected] Con il nostro Progetto Import, ti aiutiamo a costruire una rete fornitori solida, scalabile e sotto controllo. Senza stress, senza sorprese. |
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