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I segreti dell'Export

Come esportare in Danimarca nel 2025: guida pratica per aziende italiane

7/6/2025

 
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​La Danimarca è uno dei mercati più avanzati, ordinati e affidabili dell’Europa settentrionale. Membro dell’UE (ma non dell’Eurozona), con un’economia solida e un’elevata apertura commerciale, rappresenta una destinazione ideale per le aziende italiane che puntano a un mercato serio, sostenibile e ben regolamentato.

Esportare in Danimarca richiede precisione, trasparenza e un approccio diretto, soprattutto nel B2B, è un Paese in cui il rapporto si costruisce più sulla fiducia professionale che sulla relazione personale, e dove ogni parola conta.

Perché esportare in Danimarca
  • è un mercato ad alto reddito, attento alla qualità e all’affidabilità
  • l’Italian lifestyle (food, arredo, moda) è apprezzato, ma serve sostanza oltre l’estetica
  • la logistica è efficiente e il sistema doganale fluido
  • le aziende danesi sono puntuali nei pagamenti e molto corrette nei contratti
  • è una porta di accesso ai mercati nordici (Svezia, Norvegia, Finlandia)

Settori con alto potenziale per l’Italia
  • food & beverage di alta gamma (incluso il biologico)
  • arredo, illuminazione, design funzionale
  • meccanica e subfornitura industriale
  • tecnologie green ed energie rinnovabili
  • packaging sostenibile
  • moda e abbigliamento tecnico/outdoor
  • cosmetica naturale e certificata

Come comportarsi nel business con la Danimarca: aspetti cross-culturali
Fare affari con i danesi è piacevole, ma bisogna essere preparati. Le regole non scritte del loro business culture sono molto diverse da quelle italiane. Ecco le più importanti:

1. Comunicazione diretta e senza giri di parole
I danesi usano uno stile low-context: dicono esattamente quello che intendono. Non girano intorno a un “no” e si aspettano altrettanta chiarezza da te.
Evita eccessi retorici, promesse vaghe o “giri di parole all’italiana”. Meglio parlare chiaro.

2. Business centrato sull’accordo (deal-focused)
I danesi vanno dritti al punto, vogliono sapere cosa offri, a che prezzo e con quali condizioni.
Non si aspettano relazioni personali o “romanticismi” commerciali. Un buon prodotto, presentato bene, è più efficace di mille inviti a cena.

3. Uguaglianza e informalità
Nonostante la serietà professionale, il business danese è molto orizzontale: anche un CEO può vestirsi in modo semplice e parlare in prima persona.
Usa i nomi propri, senza troppi formalismi, ma sii sempre preciso ed educato.

4. Poche emozioni, molta sostanza
Lo stile comunicativo danese è contenuto, sobrio e pragmatico.
Niente esagerazioni o vendite aggressive, usa dati, benefici misurabili e dimostra affidabilità.

Come negoziare con i danesi

Cosa fare
  • Presentazioni: Evita battute iniziali o chiacchiere da bar. I danesi apprezzano presentazioni visive, dati chiari e pochi fronzoli. Sii pronto a rispondere in modo diretto e tecnico.
  • Stile di trattativa: Il classico “trucco” del prezzo alto per poi trattare al ribasso non funziona, proponi subito un’offerta onesta e competitiva, altrimenti perdi credibilità.

Cosa evitare
  • “hard sell tactics” (pressioni, scadenze artificiali, urgenze forzate)
  • promesse esagerate o vaghe
  • linguaggio ambiguo o eccessivamente commerciale
  • lunghi preamboli relazionali prima di entrare nel merito

Contratti
I danesi prendono molto sul serio gli accordi scritti: ciò che è firmato vale, e ogni modifica va discussa con precisione.

Conclusione
Esportare in Danimarca è una scelta strategica per chi vuole entrare in un mercato solido, rispettoso e meritocratico.
Se hai un prodotto valido, ben posizionato e sei pronto a comunicare con precisione, puoi conquistare la fiducia danese e costruire relazioni di lungo periodo.

Vuoi prepararti ad affrontare il mercato danese con una strategia concreta?
Scrivici a [email protected]
Con il nostro Progetto Export ti aiutiamo a identificare i buyer giusti, adattare la tua proposta commerciale e affrontare trattative in stile nordico, senza sbagliare tono, tempi o obiettivi.

Come esportare in Romania nel 2025: guida operativa e culturale per PMI italiane

7/6/2025

 
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La Romania è uno dei partner commerciali più interessanti e accessibili per l’Italia, soprattutto nel settore manifatturiero, agroalimentare, edilizio e dei servizi industriali.
Membro dell’UE dal 2007, con una posizione strategica tra Europa centrale, Balcani e Mar Nero, la Romania è vicina geograficamente, logisticamente ed economicamente.
Esportare in Romania è una scelta logica per molte PMI italiane, ma richiede un approccio consapevole, una comunicazione precisa e competenze interculturali ben calibrate.

Perché esportare in Romania
  • è una delle economie più dinamiche dell’Est Europa, con PIL e consumi in crescita
  • è parte dell’Unione Europea, quindi non ci sono dazi né complicazioni doganali gravi
  • ha manodopera specializzata e un tessuto produttivo compatibile con la subfornitura italiana
  • rappresenta un ottimo hub logistico per chi guarda a Est (Bulgaria, Moldavia, Turchia, Ucraina)

Settori ad alto potenziale
  • meccanica e subfornitura industriale
  • edilizia, serramenti, materiali da costruzione
  • arredamento e design funzionale
  • food & beverage (prodotti italiani premium)
  • cosmetica naturale
  • abbigliamento tecnico o da lavoro
  • impiantistica e tecnologie per l’agroindustria

Aspetti interculturali e negoziazione con i partner romeni
Fare affari in Romania richiede tempo, attenzione relazionale e sensibilità culturale.
Ecco i punti chiave da tenere a mente:

Lingua e comunicazione
  • Il rumeno è una lingua romanza, simile all’italiano e facilmente comprensibile
  • Molti parlano inglese (soprattutto i giovani), ma in ambito tecnico è ancora frequente l’uso del tedesco
  • Le lettere commerciali hanno più impatto se scritte in inglese, ma la disponibilità a comunicare in italiano è spesso apprezzata

Relazione prima del contratto
  • In Romania le relazioni personali contano: è meglio incontrarsi di persona che trattare via email
  • Non aspettarti risposte rapide ai preventivi se non c’è stata una conoscenza iniziale
  • All’inizio di una collaborazione, l'investimento relazionale è fondamentale: visita l’azienda, mostra interesse, costruisci fiducia

Comunicazione indiretta
  • I romeni preferiscono uno stile comunicativo più rotondo e meno diretto rispetto a quello nord-europeo
  • Meglio evitare domande troppo invasive o troppo dirette
  • La negoziazione è più efficace se basata su conversazioni morbide, ascolto attivo e gradualità

Gerarchie e formalità
  • Il rispetto per ruoli, titoli e formalità è forte: meglio usare titoli accademici o professionali
  • L’approccio è più formale di quello italiano, specie nei primi incontri
  • Il dress code è sobrio e curato, e le strette di mano sono il saluto standard

Tempo, puntualità e trattativa
  • Le riunioni tendono a essere flessibili nei tempi: iniziano anche in ritardo e durano più del previsto
  • Tuttavia, i partner italiani sono attesi puntuali
  • Le negoziazioni sono spesso lunghe e complesse, con molta attenzione ai dettagli

Come negoziare (e concludere) un affare in Romania
  • Evita battute o ironie al primo incontro
  • Prepara materiali tecnici, visuali e schede dettagliate
  • Tieni margini di trattativa: i partner romeni sanno essere negoziatori determinati
  • Aspettati ritmi decisionali più lenti rispetto all’Italia o al Nord Europa

Conclusione
Esportare in Romania è un’opportunità concreta per le PMI italiane, ma va affrontata con rispetto, metodo e attenzione culturale.
Il mercato è favorevole, aperto al made in Italy e logisticamente semplice. Ma come sempre nell’export, il successo dipende da quanto sei preparato a parlare la lingua (non solo linguistica) del tuo cliente.

Vuoi esportare in Romania con un piano chiaro e contatti mirati?
Scrivici a [email protected]
Con il nostro Progetto Export ti affianchiamo nella selezione dei mercati, nella preparazione dei materiali e nella gestione delle trattative con partner esteri, anche in Romania.

Come esportare in Germania nel 2025

16/5/2025

 
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Italia e Germania condividono legami profondi: culturali, economici, storici.
Siamo partner commerciali di lungo corso, geograficamente vicini, con economie complementari, l’Italia è uno dei principali fornitori della Germania, e la Germania è il nostro primo mercato estero.
Export verso la Germania significa rigore, efficienza e continuità, ma anche opportunità concrete per chi sa parlare la lingua del business tedesco: qualità, affidabilità e precisione.

Perché esportare in Germania?
  • È il primo partner commerciale dell’Italia (oltre 80 miliardi di euro di interscambio)
  • È una porta di accesso all’Europa del Nord e all’Europa dell’Est
  • Il “Made in Italy” è molto apprezzato nei settori tecnici, industriali, food e arredamento
  • Le imprese tedesche cercano fornitori stabili, flessibili, capaci di gestire supply chain complesse

Settori con maggior potenziale
  • componentistica meccanica e meccatronica
  • food e bevande di fascia medio-alta
  • arredo, illuminazione, interior design
  • moda e calzature
  • cosmetica tecnica
  • packaging e automazione industriale
  • articoli per la casa, outdoor, wellness

Precisione, puntualità, chiarezza: i tre pilastri del business in Germania
In Germania non basta avere un bel prodotto.
Per conquistare (e mantenere) un cliente tedesco servono:
  1. comunicazioni puntuali (rispondere subito, rispettare gli accordi)
  2. offerte dettagliate e trasparenti
  3. precisione nella documentazione e nella logistica
  4. qualità costante nel tempo
  5. assistenza post-vendita pronta e risolutiva
In altre parole: serietà professionale. Ogni deviazione può costarti un cliente per sempre.

Aspetti interculturali: cosa sapere per lavorare con la Germania
1. Le relazioni personali contano, ma non sono prioritarie
I tedeschi separano la sfera professionale da quella personale, la fiducia si costruisce sul rispetto degli impegni, non sul caffè dopo la riunione.
2. Il tempo è una risorsa seria
Essere in ritardo, consegnare tardi o cambiare una scadenza senza preavviso può compromettere la relazione.
3. Comunicazione diretta e oggettiva
Non servono giri di parole. Meglio dati concreti, risposte secche e affidabilità rispetto a promesse vaghe.
4. La preparazione è tutto
Non presentarti a una fiera, a un call o a un primo contatto senza materiali ben fatti: cataloghi, schede tecniche, prezzi, capacità produttiva, tutto pronto.

Le fiere in Germania: efficienza che lascia il segno (anche emotivo)
Chi lavora con l’estero sa che la Germania è la regina delle fiere internazionali, dalla meccanica al packaging, dal design al food, passando per elettronica, edilizia, automotive e logistica, ogni settore ha il suo evento di riferimento. Alcuni esempi:
  • Anuga (Colonia) – agroalimentare
  • Light+Building (Francoforte) – illuminazione e domotica
  • Interzum (Colonia) – arredamento e componenti
  • Hannover Messe (Hannover) – automazione industriale
  • Medica (Düsseldorf) – medicale e dispositivi
  • Ambiente (Francoforte) – oggettistica e decorazione
Le fiere tedesche non sono solo luoghi di esposizione: sono macchine perfette, dove tutto funziona con puntualità e metodo.

🎯 Chicca personale dell’autrice:
“La mia prima fiera in Germania è stata quasi uno shock. Ho parcheggiato ed ero dentro in cinque minuti netti. La fila al bar per il caffè è durata un minuto.
Quasi mi ha infastidito: da italiana abituata al caos, non ero pronta a tutta quella efficienza. Poi ho capito che lì il tempo si rispetta davvero. E ho iniziato ad amarlo.”


Documentazione e burocrazia
La Germania fa parte dell’Unione Europea, quindi non ci sono dazi né licenze di esportazione (salvo in casi particolari).
Ma attenzione a:
  • fattura in doppia lingua (italiano/tedesco o inglese)
  • packing list chiara, con pesi e quantità per collo
  • eventuali certificazioni richieste dal cliente (ISO, CE, IFS, ecc.)
  • rispetto delle normative tedesche su imballaggio, etichettatura, responsabilità ambientale

Vuoi farti spazio nel mercato tedesco?
Allora serve un piano chiaro, una comunicazione rigorosa, una proposta commerciale studiata bene.
Non basta mandare mail a freddo, serve una presenza costante, una rete commerciale ben costruita e un export manager che conosca la cultura e le dinamiche del mercato tedesco.

Conclusione
Esportare in Germania non è difficile, ma non si improvvisa, chi ci riesce, però, conquista un mercato solido, pagante e continuativo.
📩 Scrivici a [email protected]
Con il nostro Progetto Export ti aiutiamo a costruire una strategia seria per il mercato tedesco: dalla documentazione alla comunicazione, dai contatti giusti fino alla vendita.

D-TEM Digital Temporary Export Manager

17/10/2024

 
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D-TEM Digital Temporary Export Manager


Il Digital Temporary Export Manager (Digital TEM) è un professionista specializzato nell'internazionalizzazione digitale, che combina le competenze tradizionali di un Export Manager con una profonda conoscenza delle tecnologie digitali, degli strumenti di marketing online e delle piattaforme di e-commerce. Questa figura è particolarmente utile per le aziende che desiderano espandersi sui mercati internazionali sfruttando il canale digitale, vendendo online e promuovendo i propri prodotti attraverso strumenti digitali.

Cosa fa il Digital Temporary Export Manager?Il Digital TEM svolge un insieme di attività mirate a favorire l’espansione internazionale di un’azienda utilizzando il canale digitale. Tra le sue principali mansioni ci sono:
  1. Analisi del mercato digitale internazionale: Valuta le opportunità online nei vari mercati esteri, analizzando il comportamento dei consumatori, le piattaforme di e-commerce locali, i canali di comunicazione più efficaci e le normative digitali.
  2. Sviluppo di una strategia di internazionalizzazione digitale: Pianifica come l’azienda può espandere le sue attività online nei mercati esteri, definendo strategie per l'e-commerce, il digital marketing (SEO, SEM, social media), e le piattaforme digitali più adatte per raggiungere i clienti target.
  3. Ottimizzazione del sito web per i mercati internazionali: Il Digital TEM cura l’adattamento del sito web dell’azienda per renderlo accessibile e attraente per i consumatori esteri, gestendo aspetti come la localizzazione linguistica, l’ottimizzazione SEO per motori di ricerca esteri e l’integrazione di sistemi di pagamento internazionali.
  4. Gestione delle vendite su marketplace internazionali: Supporta l’azienda nell'ingresso e nella gestione delle vendite su piattaforme di e-commerce globali (come Amazon, Alibaba, eBay) e locali, ottimizzando la presenza dell'azienda su questi canali.
  5. Digital marketing per l’export: Elabora strategie di digital advertising (Google Ads, Facebook Ads, ecc.) mirate ai mercati esteri, gestisce campagne di social media marketing e sfrutta il content marketing per promuovere i prodotti su scala internazionale.
  6. Gestione dei canali digitali di vendita e logistica: Si occupa anche degli aspetti logistici legati alle vendite online internazionali, gestendo pagamenti, spedizioni, resi e altre questioni legate al commercio elettronico transfrontaliero.
  7. Monitoraggio e ottimizzazione delle performance digitali: Analizza i dati e le performance delle campagne digitali e delle vendite sui mercati esteri, ottimizzando costantemente le strategie per migliorare i risultati.
  8. Formazione interna: Forma il personale aziendale sulle best practice di internazionalizzazione digitale, sugli strumenti di gestione delle vendite online e sulle tecniche di digital marketing.

A cosa serve un Digital Temporary Export Manager?
Un Digital TEM serve principalmente a:
  1. Digitalizzare l'espansione internazionale: Aiuta le aziende a sfruttare le potenzialità del digitale per esportare i propri prodotti all’estero, riducendo i costi e accelerando i tempi di ingresso sui mercati.
  2. Sviluppare un canale di vendita online internazionale: Favorisce l’apertura di nuovi mercati attraverso piattaforme di e-commerce, canali social e marketplace digitali, senza la necessità di aprire sedi fisiche all’estero.
  3. Sfruttare le tecnologie digitali per aumentare le vendite: Grazie all’uso di strumenti digitali avanzati, il Digital TEM consente all’azienda di raggiungere clienti in tutto il mondo in maniera più efficace e mirata.
  4. Ridurre i costi di internazionalizzazione: Rispetto ai metodi tradizionali, il canale digitale permette di ridurre notevolmente i costi di espansione internazionale, poiché non richiede infrastrutture fisiche all’estero.

Perché una PMI italiana dovrebbe prendere un Digital Temporary Export Manager?Per una PMI italiana, ci sono diverse ragioni per cui può essere vantaggioso avvalersi di un Digital TEM:
  1. Espansione rapida e a costi ridotti: Sfruttare il digitale consente alle PMI di espandersi velocemente su più mercati contemporaneamente, senza sostenere i costi elevati legati alla creazione di filiali o reti di distribuzione fisiche.
  2. Aumento della visibilità internazionale: Il Digital TEM aiuta a migliorare la presenza del brand sui mercati esteri attraverso una forte strategia digitale, che include SEO internazionale, pubblicità online e social media.
  3. Accesso a nuovi canali di vendita: Per le PMI che vogliono vendere su marketplace internazionali o attraverso e-commerce diretto, il Digital TEM è in grado di gestire l’intero processo, facilitando l’accesso a clienti esteri.
  4. Superamento delle barriere logistiche: Gestire la logistica internazionale legata all'e-commerce può essere complesso. Un Digital TEM conosce le piattaforme, i fornitori e le soluzioni più efficienti per semplificare spedizioni, pagamenti e normative estere.
  5. Esperienza e competenze digitali specialistiche: Molte PMI non hanno internamente il know-how per affrontare il commercio digitale su scala globale. Un Digital TEM apporta le competenze necessarie per integrare i canali digitali con la strategia export dell'azienda.

Quando conviene prendere un Digital Temporary Export Manager?
Assumere un Digital TEM conviene nei seguenti casi:
  1. Quando si vuole espandere le vendite online all'estero: Se l’azienda ha già un e-commerce o intende svilupparne uno, e desidera espandersi a livello internazionale sfruttando le vendite online, il Digital TEM è fondamentale.
  2. Quando si vuole ridurre i costi di espansione internazionale: Il digitale offre un modo più economico e scalabile di entrare in nuovi mercati. Invece di investire in una rete fisica, un Digital TEM consente di testare nuovi mercati con investimenti contenuti.
  3. Quando si ha bisogno di una presenza immediata su marketplace globali: Se l’azienda vuole vendere su piattaforme come Amazon, eBay, o Alibaba, il Digital TEM ha l’esperienza per implementare e ottimizzare la presenza su questi canali.
  4. Quando si desidera promuovere i prodotti in modo mirato nei mercati esteri: Grazie a campagne pubblicitarie digitali mirate e ben segmentate, il Digital TEM può aiutare a raggiungere i clienti giusti nei paesi target, aumentando il ROI delle attività di marketing.
  5. Quando si vuole migliorare l'efficacia del sito web per i mercati esteri: L’ottimizzazione di un sito per diversi mercati internazionali richiede competenze tecniche specifiche. Il Digital TEM può garantire che il sito sia accessibile, veloce e ottimizzato per i motori di ricerca locali.

Conclusioni
​
Il Digital Temporary Export Manager è una figura chiave per le PMI italiane che desiderano sfruttare i canali digitali per internazionalizzarsi. Offre una soluzione flessibile e altamente specializzata per espandere le vendite all'estero utilizzando e-commerce, marketplace e strategie di marketing digitale. Soprattutto, permette di ridurre i costi e accelerare l’ingresso nei mercati internazionali, sfruttando le opportunità offerte dalle tecnologie digitali.

Vuoi saperne di più?
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TEM -Temporary Export Manager

17/10/2024

 
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Il Temporary Export Manager (TEM) è un professionista specializzato nel supportare le imprese nei processi di internazionalizzazione, con l'obiettivo di sviluppare e gestire le esportazioni. Lavora con un contratto a tempo determinato (da qui il termine "temporary"), generalmente su progetti specifici legati all'export, senza essere assunto stabilmente dall'azienda. Questa figura ha esperienza nel commercio internazionale, nella gestione dei mercati esteri e nelle strategie di sviluppo commerciale.

Cosa fa il Temporary Export Manager?Il TEM svolge una serie di compiti strategici e operativi per aiutare l'azienda a entrare in nuovi mercati esteri o rafforzare la propria presenza internazionale, tra cui:
  1. Analisi dei mercati esteri: Effettua ricerche di mercato per identificare le migliori opportunità per l'azienda in termini di paesi target, settori di mercato e nicchie.
  2. Definizione della strategia di export: Aiuta l'azienda a elaborare un piano strategico per l'espansione internazionale, includendo l'analisi delle risorse necessarie, il pricing, le modalità di ingresso e la definizione degli obiettivi.
  3. Ricerca di clienti e partner: Il TEM contatta potenziali clienti, distributori o partner commerciali nei mercati esteri, instaurando relazioni d'affari.
  4. Gestione delle trattative internazionali: Supporta le negoziazioni con partner stranieri, gestendo aspetti legali, contrattuali e logistici legati all'esportazione.
  5. Adattamento dell'offerta ai mercati locali: Aiuta l'azienda a modificare o adattare i prodotti, il packaging e la comunicazione aziendale per renderli più appetibili nei mercati target.
  6. Formazione interna: Può formare il personale dell’azienda su aspetti legati all’export, alla logistica internazionale e alla gestione delle relazioni con clienti esteri.
  7. Supporto operativo: Segue le operazioni logistiche, doganali e di trasporto per assicurare che le merci arrivino a destinazione correttamente.

A cosa serve un Temporary Export Manager?
Un TEM serve principalmente a:
  • Espandere la presenza all'estero: L'obiettivo principale è quello di far crescere le esportazioni, identificando nuovi mercati e aumentando il fatturato derivante dai mercati internazionali.
  • Ridurre il rischio d'internazionalizzazione: Grazie alla sua esperienza e conoscenza, il TEM minimizza il rischio di errori e scelte sbagliate nei mercati esteri, migliorando l’efficacia delle operazioni.
  • Apportare competenze specialistiche temporanee: Spesso le PMI non dispongono di personale interno con le competenze necessarie per gestire le complessità dell’export. Il TEM apporta know-how senza l'impegno di un'assunzione a lungo termine.
  • Gestire la transizione verso l'internazionalizzazione: Per le imprese che si stanno affacciando per la prima volta sui mercati esteri, un TEM può facilitare la transizione, costruendo una base per una futura divisione export interna.

Perché una PMI italiana dovrebbe prendere un Temporary Export Manager?
Per una PMI italiana, ci sono diversi motivi per cui potrebbe essere vantaggioso avvalersi di un TEM:
  1. Espansione senza risorse interne: Molte PMI non hanno un dipartimento export o il personale qualificato per affrontare mercati esteri. Il TEM offre una soluzione rapida e flessibile.
  2. Accesso a nuovi mercati: Le PMI spesso non sanno come identificare i mercati migliori per i propri prodotti o come affrontarli. Il TEM ha esperienza in questo e può identificare le migliori opportunità.
  3. Costi ridotti rispetto a una figura interna: Contrariamente a un Export Manager a tempo indeterminato, un TEM può essere assunto per un periodo definito, con un budget più contenuto.
  4. Progetti specifici: Se l'azienda ha obiettivi particolari, come entrare in un mercato specifico o sviluppare una nuova area geografica, il TEM è ideale per gestire progetti con un inizio e una fine definiti.
  5. Flessibilità: Le PMI hanno spesso bisogno di competenze temporanee o su richiesta. Il TEM può essere coinvolto solo per il tempo necessario.

Quando conviene prendere un Temporary Export Manager?
Assumere un TEM conviene nei seguenti casi:
  • Quando l’azienda ha bisogno di testare nuovi mercati: Il TEM può aiutare l'azienda a valutare il potenziale di nuovi mercati senza un impegno di lungo termine.
  • Quando si vuole sviluppare una strategia export: Se l’azienda non ha mai esportato, un TEM può sviluppare una strategia da zero, mettendo le basi per un processo strutturato.
  • Quando ci sono progetti di espansione mirati: Se si ha in mente un mercato specifico in cui entrare (ad esempio un nuovo paese), il TEM può concentrarsi su questo obiettivo.
  • Quando l’azienda non è pronta ad assumere a tempo pieno un Export Manager: Un TEM è un'ottima soluzione per ottenere competenze senza dover affrontare un'assunzione a lungo termine.
  • Quando si vuole ridurre il rischio di errori nei mercati esteri: Il TEM minimizza i rischi derivanti da una scarsa conoscenza delle normative, delle abitudini commerciali e delle dinamiche locali.
​
Conclusioni
Un Temporary Export Manager è una risorsa preziosa per le PMI che desiderano espandersi sui mercati internazionali ma non dispongono delle competenze o delle risorse interne per farlo. Assumere un TEM consente di approcciare l'internazionalizzazione con una strategia mirata, riducendo il rischio e massimizzando le opportunità di successo all'estero.
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