Quando si parla di esportazione, uno degli strumenti più utili per ridurre i dazi doganali nei paesi extra-UE è il certificato EUR1. Ma cos’è esattamente? A cosa serve? E soprattutto: quando conviene richiederlo? Cos’è il certificato EUR1? Il certificato EUR1 è un documento doganale che consente di beneficiare di riduzioni o esenzioni dai dazi doganali nei paesi che hanno firmato accordi di libero scambio con l’Unione Europea. Attesta ufficialmente l’origine preferenziale della merce esportata, ovvero che i prodotti sono stati lavorati o fabbricati nell’UE secondo regole precise. A cosa serve l’EUR1? Serve a ottenere agevolazioni tariffarie durante le operazioni di esportazione verso paesi extra-UE. In pratica, grazie all’EUR1, l’importatore nel paese destinatario della merce paga meno tasse doganali (e in certi casi zero), rendendo il prodotto europeo più competitivo sul mercato estero. Quali sono i vantaggi dell’EUR1?
Il certificato EUR1 viene emesso dalla dogana del paese esportatore. In Italia, è l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) che si occupa del rilascio, previa presentazione della documentazione necessaria da parte dell’esportatore. Come si richiede?
Requisiti per l’emissione dell’EUR1
Elenco dei principali paesi che accettano l’EUR1 Europa:
⚠️ Alcuni paesi come Canada, Giappone, Regno Unito e Vietnam non utilizzano l’EUR1, ma richiedono dichiarazioni di origine preferenziale su fattura (REX) per valori superiori a 6.000 euro. È sempre consigliabile verificare gli accordi specifici verificare con l’Agenzia delle Dogane o con il proprio spedizioniere di fiducia la validità degli accordi in vigore, poiché l’elenco dei paesi convenzionati e le modalità di emissione del certificato EUR1 possono subire modifiche nel tempo Quando e come è nato l’EUR1? Il certificato EUR1 nasce nell’ambito dei protocolli di origine degli accordi preferenziali dell’UE a partire dagli anni ’70, con lo scopo di incentivare gli scambi internazionali e rafforzare le relazioni economiche tra i paesi partner. Con l'evoluzione degli accordi commerciali, il sistema si è esteso a decine di nazioni in tutto il mondo. ATR o EUR1? Il certificato ATR è utilizzato esclusivamente per gli scambi commerciali tra UE e Turchia, ma non attesta l’origine preferenziale della merce: certifica solo che il bene è in libera pratica. L’EUR1 invece certifica l’origine preferenziale e permette esenzioni daziarie per alcune categorie di prodotti anche verso la Turchia (es. prodotti agricoli o siderurgici). EUR1 vs Certificato di Origine (COO) Il certificato di origine (COO) attesta l’origine non preferenziale della merce, è rilasciato dalla Camera di Commercio e serve soprattutto per motivi statistici o richieste specifiche del paese importatore. L’EUR1, invece, attesta l’origine preferenziale e dà diritto a dazi ridotti o nulli in base agli accordi commerciali. EUR1 a posterioriÈ possibile richiedere un EUR1 a posteriori se, per validi motivi, il documento non è stato emesso al momento dell’esportazione. In tal caso, l’esportatore deve presentare una richiesta motivata alla dogana, allegando le prove dell’origine preferenziale. Se accettata, il certificato viene rilasciato anche successivamente alla spedizione, e l’importatore può comunque beneficiare delle agevolazioni. EUR1 e Turchia Sebbene le merci in libera pratica tra UE e Turchia viaggino solitamente con certificato ATR, l’EUR1 è richiesto per quei prodotti esclusi dall’unione doganale, come:
Conclusione Il certificato EUR1 è uno strumento chiave per ogni impresa che vuole esportare in modo vantaggioso. Riduce i costi per l'importatore e rende i tuoi prodotti più appetibili sui mercati internazionali. 📩 Hai bisogno di supporto per compilare o ottenere il certificato EUR1? Scrivi a [email protected] e lasciati guidare dai nostri esperti! Differenze e vantaggi - Quale scegliere?Quando un'azienda decide di esportare i propri prodotti o servizi, spesso si trova a dover scegliere tra due figure professionali fondamentali: il Temporary Export Manager (TEM) e l’Agente di commercio.
Scopriamo assieme quali sono le differenze e qual'è la soluzione più adatta alla tua attività? Il ruolo del TEM e dell'Agente, due approcci diversi L’Agente di commercio è un intermediario che rappresenta i tuoi prodotti in un mercato estero, raccoglie gli ordini e li trasmette all'azienda. Non si occupa di strategie, né di aspetti logistici o burocratici. I clienti che porta rimangono sotto il suo controllo, il che significa che, se un giorno decidesse di smettere di collaborare con te, i clienti potrebbero seguirlo verso un altro fornitore. Il TEM è invece un professionista che lavora su misura per la tua azienda. Non solo individua nuovi clienti, ma crea un progetto strategico di internazionalizzazione che include analisi di mercato, gestione logistica, assistenza doganale e documentale, ricerca di distributori, ricerca di agenti esteri, segnalazioni bandi TEM e supporto post-vendita.I clienti acquisiti rimangono sempre all’azienda, garantendo una crescita stabile e duratura. Costi e remunerazione: provvigione o investimento strategico?
Cosa fa il TEM che l’agente non fa? Studio dei mercati esteri: il TEM analizza i paesi più adatti ai tuoi prodotti, individua le migliori opportunità e sviluppa un piano d’azione per entrare con successo nei mercati target. Strategia personalizzata: costruisce un percorso su misura, adattando l’approccio di vendita alle esigenze specifiche della tua azienda. Gestione operativa completa: segue la logistica, i trasporti, i corrieri internazionali, la documentazione doganale e tutto ciò che riguarda l’export, mentre l’agente si limita a raccogliere ordini. Assistenza post-vendita: il TEM aiuta la tua azienda a gestire eventuali problematiche con i clienti esteri, aumentando la fidelizzazione e riducendo il rischio di perdite commerciali. Indipendenza dai singoli intermediari: con un TEM, i contatti e i clienti restano di tua proprietà, mentre con un agente i clienti potrebbero essere vincolati a lui. Diversificazione dei canali di vendita: il TEM può affiancarti non solo nella vendita diretta, ma anche nella ricerca di distributori, partner locali o nella creazione di una rete di vendita strutturata. È bene precisare che per personalizzata si intende davvero personalizzata Anche se ad esempio, 10 aziende operano nello stesso settore, avranno sempre punti di forza e debolezza diversi. Questo significa che la stessa strategia e lo stesso portfolio clienti che hanno funzionato per un’azienda difficilmente funzioneranno per un’altra. Ecco perché è importante sviluppare un lavoro su misura, studiando attentamente le esigenze dell’azienda e costruendo un percorso specifico per il suo successo. Non esiste un progetto riciclabile: ogni impresa merita una strategia dedicata. Esempi concreti Esempio 1 – L’azienda che si affida a un agente: un produttore italiano di componenti industriali decide di esportare in Germania. Trova un agente locale che inizia a vendere i suoi prodotti a diversi clienti. Tuttavia, dopo 3 anni l’agente cambia fornitore e porta via tutti i clienti. L’azienda si ritrova senza una rete di vendita e deve ricominciare da zero. Esempio 2 – L’azienda che sceglie un TEM: una PMI italiana del settore metallurgico vuole espandersi in Francia, Svizzera e Spagna. Il TEM analizza il mercato, identifica i clienti potenziali, sviluppa una rete distributiva e si occupa della logistica e delle pratiche doganali. Dopo 3 anni, l’azienda ha un canale export autonomo, con clienti consolidati e processi ben definiti. Qual è la scelta giusta per la tua azienda? Se il tuo obiettivo è fare ordini immediati senza un piano strutturato, un agente potrebbe essere una soluzione semplice e senza costi fissi, se invece vuoi creare un export solido, scalabile e indipendente, investire in un TEM è la scelta più lungimirante. 📩 Vuoi internazionalizzarti con una strategia personalizzata? Contattaci per scoprire come un TEM può fare la differenza per la tua azienda: [email protected] 🚀 LA GUIDA PRATICA PER FARE BUSINESS CON I GRANDI MARCHI
L'Italia è sinonimo di eccellenza nel mondo del tessile, infatti i nostri tessuti sono rinomati per la loro qualità, innovazione e tradizione, e per questo sono molto richiesti dai grandi marchi internazionali. Ma ATTENZIONE: esportare non significa semplicemente vendere all’estero, serve una strategia ben precisa per conquistare i mercati internazionali. COSA RENDE UNICO IL TESSUTO ITALIANO I tessuti italiani si distinguono per:
Le tipologie di tessuti più richieste includono:
DOVE E COME ESPORTARE I TESSUTI ITALIANI Nel 2023, il mercato globale del tessile è stato dominato da esportatori come Cina ($261B), Bangladesh ($48.9B), Vietnam ($42.1B), Turchia ($38.6B) e India ($37.5B). Per fare concorrenza, le aziende italiane devono puntare su VALORE AGGIUNTO e STRATEGIA COMMERCIALE. I maggiori importatori di tessuti sono Stati Uniti ($122B), Germania ($54B), Francia ($33.4B), Giappone ($32.4B) e Italia ($30B). Questo significa che le opportunità di business sono enormi, ma bisogna sapersi muovere. LE REGOLE D’ORO PER AVERE SUCCESSO
SEI PRONTO AD ESPORTARE? Hello Export è il partner giusto per aiutarti a portare il tuo business tessile all’estero, ti supportiamo con strategie concrete, contatti e tutta la consulenza necessaria per avere successo. Scrivi a [email protected] e scopri come possiamo aiutarti a esportare i tuoi tessuti nel mondo! Ora che hai compreso l’importanza della DLI - Dichiarazione di Libera Importazione nell'articolo precedente, è utile approfondire le varie voci presenti nel documento per assicurarti che sia compilato correttamente.
Le principali voci della Dichiarazione
Conclusione: Compilare correttamente la Dichiarazione di Libera Importazione è obbligatorio per garantire il rispetto delle normative e semplificare le operazioni di import/export. Per supportarti al meglio, puoi scaricare qui un modello in word da personalizzare in base alle tue esigenze. Se hai dubbi sulla corretta compilazione o vuoi assicurarti che il tuo documento sia conforme alle normative aggiornate, contatta [email protected]. Se operi nel settore dell’import/export, avrai sicuramente sentito parlare della Dichiarazione di Libera Importazione. Questo documento è obbligatorio e necessario per attestare che le merci importate non sono soggette a particolari restrizioni normative, garantendo così una maggiore fluidità nelle operazioni doganali.
Cos’è la Dichiarazione di Libera Importazione? La Dichiarazione di Libera Importazione attesta che i prodotti descritti non rientrano in specifiche categorie di merci soggette a restrizioni o regolamentazioni particolari. In altre parole, con questo documento si conferma che la merce non è vincolata a licenze di esportazione e non viola alcuna normativa internazionale. Quando è necessaria? La Dichiarazione di Libera Importazione è obbligatoria in tutte le operazioni commerciali internazionali non UE, specialmente quando si importano beni che potrebbero essere soggetti a regolamenti ambientali, sanitari o di sicurezza. I vantaggi della dichiarazione:
Per facilitare il tuo lavoro, puoi scaricare un fac-simile della Dichiarazione di Libera Importazione 2025 e adattarlo alle tue esigenze. Se hai ancora dei dubbi, scrivi a [email protected]. (Fonti: Regolamenti UE, Agenzie Doganali Internazionali) Ps. Se vuoi un approfondimento sulle voci come Y824, Y923 e Y935 leggi il seguente articolo. Dichiarazione di Libera Esportazione: tutto quello che devi sapere per esportare Extra UE!
Esportare fuori dall'Unione Europea? Attenzione ai documenti! Per evitare blocchi doganali e garantire una spedizione fluida, è fondamentale compilare correttamente la Dichiarazione di Libera Esportazione (DLE). Ecco tutto quello che devi sapere per non farti cogliere impreparato. Cos’è la Dichiarazione di Libera Esportazione? La DLE è un documento obbligatorio che attesta che la merce spedita non è soggetta a restrizioni all'esportazione, deve essere compilata e sottoscritta dall’esportatore per ogni spedizione destinata ai Paesi Extra UE. Novità Importanti Per agevolare lo sdoganamento, è ora disponibile una nuova versione della DLE con:
La Fattura: un documento essenziale Ogni esportazione deve essere accompagnata da una fattura, che può essere:
Perché questa dichiarazione è così importante? Evita ritardi nello sdoganamento, garantisce la conformità con le regolamentazioni internazionali e protegge da sanzioni e blocchi alle frontiere. Vuoi esportare senza stress? Assicurati di avere tutti i documenti in regola! Richiedi subito l'ultima versione della Dichiarazione di Libera Esportazione al tuo spedizioniere o scrivimi a [email protected] e spedisci con tranquillità. (Fonti: Regolamenti UE, Agenzie Doganali Internazionali) Argentina 2025: nuove regole per esportare senza intoppi!
Dal 3 dicembre 2024, l'Autorità Doganale Argentina (ARCA) ha introdotto importanti aggiornamenti sulle procedure di importazione, per chi esporta verso questo mercato, ci sono ottime notizie: più flessibilità e meno burocrazia per le spedizioni di basso valore! Cosa cambia?
Come evitare ritardi doganali? Se vuoi che la tua merce arrivi senza intoppi:
Se esporti cosmetici o altri beni, hai più margine per operare in modo snello ed efficace. Se vuoi saperne di più e ridurre al minimo i rischi di blocchi in dogana, contattaci subito! Scrivi a [email protected] (Fonti: ARCA, Governo Argentino) Il Digital Temporary Export Manager (Digital TEM) è un professionista specializzato nell'internazionalizzazione digitale, che combina le competenze tradizionali di un Export Manager con una profonda conoscenza delle tecnologie digitali, degli strumenti di marketing online e delle piattaforme di e-commerce. Questa figura è particolarmente utile per le aziende che desiderano espandersi sui mercati internazionali sfruttando il canale digitale, vendendo online e promuovendo i propri prodotti attraverso strumenti digitali. Cosa fa il Digital Temporary Export Manager?Il Digital TEM svolge un insieme di attività mirate a favorire l’espansione internazionale di un’azienda utilizzando il canale digitale. Tra le sue principali mansioni ci sono:
A cosa serve un Digital Temporary Export Manager? Un Digital TEM serve principalmente a:
Perché una PMI italiana dovrebbe prendere un Digital Temporary Export Manager?Per una PMI italiana, ci sono diverse ragioni per cui può essere vantaggioso avvalersi di un Digital TEM:
Quando conviene prendere un Digital Temporary Export Manager? Assumere un Digital TEM conviene nei seguenti casi:
Conclusioni Il Digital Temporary Export Manager è una figura chiave per le PMI italiane che desiderano sfruttare i canali digitali per internazionalizzarsi. Offre una soluzione flessibile e altamente specializzata per espandere le vendite all'estero utilizzando e-commerce, marketplace e strategie di marketing digitale. Soprattutto, permette di ridurre i costi e accelerare l’ingresso nei mercati internazionali, sfruttando le opportunità offerte dalle tecnologie digitali. Vuoi saperne di più? 📌Scarica la guida su come diventare un Export Manager e comincia ad esportare La trovi qui Il Temporary Export Manager (TEM) è un professionista specializzato nel supportare le imprese nei processi di internazionalizzazione, con l'obiettivo di sviluppare e gestire le esportazioni. Lavora con un contratto a tempo determinato (da qui il termine "temporary"), generalmente su progetti specifici legati all'export, senza essere assunto stabilmente dall'azienda. Questa figura ha esperienza nel commercio internazionale, nella gestione dei mercati esteri e nelle strategie di sviluppo commerciale.
Cosa fa il Temporary Export Manager?Il TEM svolge una serie di compiti strategici e operativi per aiutare l'azienda a entrare in nuovi mercati esteri o rafforzare la propria presenza internazionale, tra cui:
A cosa serve un Temporary Export Manager? Un TEM serve principalmente a:
Perché una PMI italiana dovrebbe prendere un Temporary Export Manager? Per una PMI italiana, ci sono diversi motivi per cui potrebbe essere vantaggioso avvalersi di un TEM:
Quando conviene prendere un Temporary Export Manager? Assumere un TEM conviene nei seguenti casi:
Conclusioni Un Temporary Export Manager è una risorsa preziosa per le PMI che desiderano espandersi sui mercati internazionali ma non dispongono delle competenze o delle risorse interne per farlo. Assumere un TEM consente di approcciare l'internazionalizzazione con una strategia mirata, riducendo il rischio e massimizzando le opportunità di successo all'estero. La strategia di esportazione è una delle parti principali ed essenziali di un piano aziendale forte e affidabile. Il design di questa strategia dovrebbe essere semplice e comprensibile per il tuo staff. 🌍
È necessario formulare un piano di esportazione chiaro e realistico, definendo i tuoi scopi, obiettivi, strategie e procedure per l'esportazione. 📝 La tua strategia di esportazione dovrebbe coprire aspetti quali ricerche di mercato, ingresso nel mercato, prezzi, distribuzione, promozione, logistica, servizio clienti e gestione del rischio. 📊 Puoi utilizzare modelli e guide, come il modello del piano di esportazione o la guida del piano aziendale di esportazione. Per aiutarti in questo processo devi: 🔷Fare un autovalutazione, prima di entrare in qualsiasi mercato estero 🔷Elaborare una strategia 🔷Trovare potenziali acquirenti 🔷Negoziare 🔷Completare l'ordine 🔷Fornire il servizio post-vendita Seguendo questi passaggi e suggerimenti, puoi avviare e far crescere con successo la tua attività di esportazione e portare la tua azienda al livello successivo. Esportare non è facile, ma è gratificante 💼🚀 Chi è già andato in Svizzera per motivi di lavoro, personali o di passaggio, ha necessariamente dovuto attraversare la dogana ed eventualmente subire un controllo. La protezione delle frontiere in Svizzera è molto severa e ha lo scopo di proteggere l'economia interna, in modo tale per cui determinati prodotti importati risultino meno competitivi rispetto a quelli nazionali. Tuttavia, la produzione interna non è sufficiente, rendendo la Svizzera il primo importatore al mondo di prodotti alimentari. In Svizzera vengono inoltre importate molte materie prime (petrolio, gas), metalli preziosi (ORO) e prodotti medici. In ogni caso le esportazioni svizzere sono più alte delle importazioni. La Svizzera, pur non volendo far parte dell'Unione Europea, ha stipulati accordi di libero scambio sia con tutti i paesi europei, sia con molti paesi extra-europei ed oltreoceano. Lo scopo degli accordi di libero scambio è quello di favorire il commercio tra i paesi sottoscrittori, favorendo quindi sia l'importazione che l'esportazione. Le merci devono essere originarie di uno degli Stati contraenti per poter beneficiare di un trattamento di origine preferenziale, cioè evitare di pagare i dazi o pagare dazi agevolati. L’origine preferenziale deve essere attestata da un certificato di circolazione delle merci (EUR.1, EUR.MED, EUR.1 CN) oppure da una dichiarazione d’origine. NELLA PRATICA: I dazi e le eventuali accise sono sempre a carico del cliente, il prodotto da importare diventa più competitivo in base alla presenza di:
ESEMPIO- IMPORTAZIONE VINO MADE IN ITALY: Produttore Italiano di Vino Rosso rispetta tutte le normative e certificazioni richieste ed esporta in Svizzera; l'importatore Svizzero pagherà il 7,7% di IVA sul valore indicato in fattura e 1,08 CHF (circa 1EUR) di dazi al litro. COME FACCIO A SAPERE LA PERCENTUALE DELL'IVA E DEL DAZIO? E' vero che è un problema dell'importatore, ma è altresì vero che personalizzare l'offerta del proprio prodotto tenendo conto di quali saranno le spese aggiuntive del vostro cliente, è un surplus. Sul sito della Tares (Tariffe doganali in Svizzera), come nel documento a titolo esemplificativo sotto riportato, è possibile calcolare tutte le spese; in caso di dubbi è possibile contattare uno spedizioniere o direttamente la dogana. Dopodiché organizzate il trasporto e consegnate la merce! FONTE DATI: SECO - Segreteria di Stato dell'economia della Confederazione Svizzera
FONTE DATI: OCSE - Osservatorio economico FONTE DATI: Camera di Commercio di Torino FONTE DATI: AELS (detta anche EFTA o AELE) - Associazione Europea di libero scambio Carnet ATA - Convenzione di InstabulCredit photo: ICC Quatar La Convenzione sull'ammissione temporanea firmata a Istanbul il 26 giugno 1990 ha fornito un mezzo per riunire e semplificare i vari strumenti che disciplinano l'ammissione temporanea già esistenti a quel tempo. La Convenzione prevede la libera circolazione delle merci attraverso le frontiere e la loro ammissione temporanea in un territorio doganale con esenzione da dazi e tasse. Richiede inoltre alle parti contraenti di accettare il carnet ATA, detto anche Passaporto delle merci, un documento doganale internazionale che assicura, attraverso un sistema di garanzia internazionale, il pagamento di dazi e tasse in caso di vendita. Per cui, le merci che devono essere introdotte in un paese per determinati motivi specifici (un'esposizione, una dimostrazione commerciale, una missione umanitaria, ecc.) sono esenti da dazi doganali a condizione espressa che vengano riesportate entro 12 mesi. Questa è la cosiddetta procedura di ammissione temporanea. Con questo sistema la comunità imprenditoriale internazionale gode di una notevole semplificazione delle formalità doganali in quanto il carnet ATA funge anche da dichiarazione di merci in esportazione, transito e importazione. Il carnet ATA è oggi il documento più utilizzato dalla comunità imprenditoriale per le operazioni internazionali che prevedono l'ammissione temporanea di merci. Attualmente questa convenzione è stata sottoscritta da 71 stati, evidenziati in blu nell'immagine sovrastante Gli strumenti più importanti coperti dalla Convenzione di Istanbul oltre al carnet ATA (per le merci), prevede il carnet CPD (per i veicoli), anch'esso un documento standardizzato utilizzato dai servizi doganali per controllare le ammissioni temporanee. CURIOSITA': L'acronimo ATA è l'unione dei termini francesi e inglesi Admission Temporaire e Temporary Admission. FONTE: ADM -Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli
FONTE: WCO - World Customs Organization FONTE: EURO LEX - Regolamento (CEE) n. 2454/93 - Articolo 797 (capitolo 2) "La carta vale più della vita di un cristiano" - proverbio popolareTra i documenti che vengono richiesti durante il processo di sdoganamento troviamo la dichiarazione di libera importazione. Deve essere redatta a cura della ditta importatrice e ha un aspetto come sotto indicato. Trattasi di un'autocertificazione dove si dichiara che la merce importata non è illegale e/o proviene da un paese soggetto a controlli restrittivi delle esportazioni di prodotti e tecnologie. Secondo il linguaggio doganale la lettera "Y" indica che il dato di cui trattasi è richiesto per la dichiarazione o il regime descritto. Attualmente ci sono 999 articoli massimi per le dichiarazioni (contro 40 singoli in passato) Ad esempio la voce Y923 indica il bene importato non rientra nella categoria dei rifiuti e agenti inquinanti, mentre la voce Y935 indica che la merce non è proveniente dalla Siria.
FONTE: ADM Agenzia delle dogane e dei Monopoli
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