Differenze e vantaggi - Quale scegliere?Quando un'azienda decide di esportare i propri prodotti o servizi, spesso si trova a dover scegliere tra due figure professionali fondamentali: il Temporary Export Manager (TEM) e l’Agente di commercio.
Scopriamo assieme quali sono le differenze e qual'è la soluzione più adatta alla tua attività? Il ruolo del TEM e dell'Agente, due approcci diversi L’Agente di commercio è un intermediario che rappresenta i tuoi prodotti in un mercato estero, raccoglie gli ordini e li trasmette all'azienda. Non si occupa di strategie, né di aspetti logistici o burocratici. I clienti che porta rimangono sotto il suo controllo, il che significa che, se un giorno decidesse di smettere di collaborare con te, i clienti potrebbero seguirlo verso un altro fornitore. Il TEM è invece un professionista che lavora su misura per la tua azienda. Non solo individua nuovi clienti, ma crea un progetto strategico di internazionalizzazione che include analisi di mercato, gestione logistica, assistenza doganale e documentale, ricerca di distributori, ricerca di agenti esteri, segnalazioni bandi TEM e supporto post-vendita.I clienti acquisiti rimangono sempre all’azienda, garantendo una crescita stabile e duratura. Costi e remunerazione: provvigione o investimento strategico?
Cosa fa il TEM che l’agente non fa? Studio dei mercati esteri: il TEM analizza i paesi più adatti ai tuoi prodotti, individua le migliori opportunità e sviluppa un piano d’azione per entrare con successo nei mercati target. Strategia personalizzata: costruisce un percorso su misura, adattando l’approccio di vendita alle esigenze specifiche della tua azienda. Gestione operativa completa: segue la logistica, i trasporti, i corrieri internazionali, la documentazione doganale e tutto ciò che riguarda l’export, mentre l’agente si limita a raccogliere ordini. Assistenza post-vendita: il TEM aiuta la tua azienda a gestire eventuali problematiche con i clienti esteri, aumentando la fidelizzazione e riducendo il rischio di perdite commerciali. Indipendenza dai singoli intermediari: con un TEM, i contatti e i clienti restano di tua proprietà, mentre con un agente i clienti potrebbero essere vincolati a lui. Diversificazione dei canali di vendita: il TEM può affiancarti non solo nella vendita diretta, ma anche nella ricerca di distributori, partner locali o nella creazione di una rete di vendita strutturata. È bene precisare che per personalizzata si intende davvero personalizzata Anche se ad esempio, 10 aziende operano nello stesso settore, avranno sempre punti di forza e debolezza diversi. Questo significa che la stessa strategia e lo stesso portfolio clienti che hanno funzionato per un’azienda difficilmente funzioneranno per un’altra. Ecco perché è importante sviluppare un lavoro su misura, studiando attentamente le esigenze dell’azienda e costruendo un percorso specifico per il suo successo. Non esiste un progetto riciclabile: ogni impresa merita una strategia dedicata. Esempi concreti Esempio 1 – L’azienda che si affida a un agente: un produttore italiano di componenti industriali decide di esportare in Germania. Trova un agente locale che inizia a vendere i suoi prodotti a diversi clienti. Tuttavia, dopo 3 anni l’agente cambia fornitore e porta via tutti i clienti. L’azienda si ritrova senza una rete di vendita e deve ricominciare da zero. Esempio 2 – L’azienda che sceglie un TEM: una PMI italiana del settore metallurgico vuole espandersi in Francia, Svizzera e Spagna. Il TEM analizza il mercato, identifica i clienti potenziali, sviluppa una rete distributiva e si occupa della logistica e delle pratiche doganali. Dopo 3 anni, l’azienda ha un canale export autonomo, con clienti consolidati e processi ben definiti. Qual è la scelta giusta per la tua azienda? Se il tuo obiettivo è fare ordini immediati senza un piano strutturato, un agente potrebbe essere una soluzione semplice e senza costi fissi, se invece vuoi creare un export solido, scalabile e indipendente, investire in un TEM è la scelta più lungimirante. 📩 Vuoi internazionizzarti con una strategia personalizzata? Contattaci per scoprire come un TEM può fare la differenza per la tua azienda: [email protected] 🚀 I metalli si suddividono in due categorie principali: metalli ferrosi e metalli non ferrosi. I metalli ferrosi contengono ferro e sono noti per la loro resistenza e durabilità; esempi comuni includono acciaio, ghisa e ferro battuto. I metalli non ferrosi, invece, non contengono ferro e sono apprezzati per la loro leggerezza, resistenza alla corrosione e conducibilità; tra i più importanti troviamo alluminio, rame, zinco e titanio.
Quali sono i principali metalli esportati nel 2024? Tra i materiali più esportati troviamo:
I tre principali esportatori di metalli nel 2024:
I tre principali importatori di metalli nel 2024:
Opportunità in Europa: dove esportare?
Perché esportare i tuoi metalli?
Requisiti doganali per esportare metalli ferrosi e non ferrosi Per esportare metalli ferrosi e non ferrosi è fondamentale rispettare le normative doganali internazionali, alcuni passaggi chiave includono:
Alcune strategie per vendere all'estero
Conclusione Esportare metalli ferrosi e non ferrosi rappresenta un'opportunità di crescita per molte aziende, ma richiede conoscenza, strategia e conformità normativa, se vuoi ottimizzare il tuo processo di export e raggiungere nuovi mercati, contattaci oggi stesso per una consulenza personalizzata. 👉 Se produci e fornisci metalli ferrosi e non ferrosi, non restare indietro! Sappi che hai un sacco di opportunità all’estero. I tuoi competitor sicuramente lo stanno già facendo... e tu? 🔥 📩 Scrivi a [email protected] per ricevere supporto e scoprire come incrementare le tue esportazioni! LA GUIDA PRATICA PER FARE BUSINESS CON I GRANDI MARCHI
L'Italia è sinonimo di eccellenza nel mondo del tessile, infatti i nostri tessuti sono rinomati per la loro qualità, innovazione e tradizione, e per questo sono molto richiesti dai grandi marchi internazionali. Ma ATTENZIONE: esportare non significa semplicemente vendere all’estero, serve una strategia ben precisa per conquistare i mercati internazionali. COSA RENDE UNICO IL TESSUTO ITALIANO I tessuti italiani si distinguono per:
Le tipologie di tessuti più richieste includono:
DOVE E COME ESPORTARE I TESSUTI ITALIANI Nel 2023, il mercato globale del tessile è stato dominato da esportatori come Cina ($261B), Bangladesh ($48.9B), Vietnam ($42.1B), Turchia ($38.6B) e India ($37.5B). Per fare concorrenza, le aziende italiane devono puntare su VALORE AGGIUNTO e STRATEGIA COMMERCIALE. I maggiori importatori di tessuti sono Stati Uniti ($122B), Germania ($54B), Francia ($33.4B), Giappone ($32.4B) e Italia ($30B). Questo significa che le opportunità di business sono enormi, ma bisogna sapersi muovere. LE REGOLE D’ORO PER AVERE SUCCESSO
SEI PRONTO AD ESPORTARE? Hello Export è il partner giusto per aiutarti a portare il tuo business tessile all’estero, ti supportiamo con strategie concrete, contatti e tutta la consulenza necessaria per avere successo. Scrivi a [email protected] e scopri come possiamo aiutarti a esportare i tuoi tessuti nel mondo! Il Digital Temporary Export Manager (Digital TEM) è un professionista specializzato nell'internazionalizzazione digitale, che combina le competenze tradizionali di un Export Manager con una profonda conoscenza delle tecnologie digitali, degli strumenti di marketing online e delle piattaforme di e-commerce. Questa figura è particolarmente utile per le aziende che desiderano espandersi sui mercati internazionali sfruttando il canale digitale, vendendo online e promuovendo i propri prodotti attraverso strumenti digitali. Cosa fa il Digital Temporary Export Manager?Il Digital TEM svolge un insieme di attività mirate a favorire l’espansione internazionale di un’azienda utilizzando il canale digitale. Tra le sue principali mansioni ci sono:
A cosa serve un Digital Temporary Export Manager? Un Digital TEM serve principalmente a:
Perché una PMI italiana dovrebbe prendere un Digital Temporary Export Manager?Per una PMI italiana, ci sono diverse ragioni per cui può essere vantaggioso avvalersi di un Digital TEM:
Quando conviene prendere un Digital Temporary Export Manager? Assumere un Digital TEM conviene nei seguenti casi:
Conclusioni Il Digital Temporary Export Manager è una figura chiave per le PMI italiane che desiderano sfruttare i canali digitali per internazionalizzarsi. Offre una soluzione flessibile e altamente specializzata per espandere le vendite all'estero utilizzando e-commerce, marketplace e strategie di marketing digitale. Soprattutto, permette di ridurre i costi e accelerare l’ingresso nei mercati internazionali, sfruttando le opportunità offerte dalle tecnologie digitali. Vuoi saperne di più? 📌Scarica la guida su come diventare un Export Manager e comincia ad esportare La trovi qui Il Temporary Export Manager (TEM) è un professionista specializzato nel supportare le imprese nei processi di internazionalizzazione, con l'obiettivo di sviluppare e gestire le esportazioni. Lavora con un contratto a tempo determinato (da qui il termine "temporary"), generalmente su progetti specifici legati all'export, senza essere assunto stabilmente dall'azienda. Questa figura ha esperienza nel commercio internazionale, nella gestione dei mercati esteri e nelle strategie di sviluppo commerciale.
Cosa fa il Temporary Export Manager?Il TEM svolge una serie di compiti strategici e operativi per aiutare l'azienda a entrare in nuovi mercati esteri o rafforzare la propria presenza internazionale, tra cui:
A cosa serve un Temporary Export Manager? Un TEM serve principalmente a:
Perché una PMI italiana dovrebbe prendere un Temporary Export Manager? Per una PMI italiana, ci sono diversi motivi per cui potrebbe essere vantaggioso avvalersi di un TEM:
Quando conviene prendere un Temporary Export Manager? Assumere un TEM conviene nei seguenti casi:
Conclusioni Un Temporary Export Manager è una risorsa preziosa per le PMI che desiderano espandersi sui mercati internazionali ma non dispongono delle competenze o delle risorse interne per farlo. Assumere un TEM consente di approcciare l'internazionalizzazione con una strategia mirata, riducendo il rischio e massimizzando le opportunità di successo all'estero. Uno dei settori export in continua crescita è il settore medicale che continua ad evolversi con nuove tendenze, tecnologie e sfide. 📈💊
Principali tendenze: ●I clienti hanno sperimentato la telemedicina e le esperienze di assistenza sanitaria elettronica (specialmente dopo la pandemia di Covid-19) 🩺💻 ● Alta domanda di farmaci equivalenti ai medicinali di marca registrati e un aumento della spesa pro capite 🌍 Opportunità emergenti: Nel settore delle esportazioni sanitarie e mediche, ci sono diverse opportunità emergenti: ● Nel prossimo decennio assisteremo a una crescita enorme nell'applicazione delle tecnologie in questo settore 🚀 ● Ogni paese avrà significative opportunità di crescita locale nell'industria farmaceutica. 📊 Vale la pena notare che il settore sanitario in tutto il mondo ha una dimensione che può superare le aspettative di molti, poiché uno studio del World Economic Forum lo stima a circa 8 trilioni di dollari. 💰 Questo sottolinea l'importanza delle esportazioni sanitarie e il loro contributo a gran parte delle economie dei paesi. 💼 Per ulteriori informazioni, contattaci a [email protected] 📧 Il campo della facilitazione del commercio esamina i miglioramenti operativi nell'interazione tra imprese, governo e i relativi costi delle transazioni, le attività doganali sono generalmente svolte da esperti specializzati, ma una buona preparazione può aiutarti a evitare ritardi e frustrazioni inutili.
Ecco alcune best practice che puoi seguire oggi per rendere le transazioni più fluide: 📦 Seleziona le tue merci 📝 Assicurati che le tue merci siano soggette a regolamentazioni governative e a quali (potenzialmente diverse tra paese e paese, anche se facenti parti di una stessa comunità come ad esempio quella europea o quella americana) 💵 Paga i dazi doganali Lo spedizioniere doganale lavorerà con te per verificare la completezza e il dettaglio dei documenti e delle licenze nella dichiarazione doganale. Si assicurerà anche che il corretto tariffario doganale sia pagato e ti aiuterà a: 1️⃣ Controllare la classificazione e la valutazione delle tue merci e assicurarti che siano utilizzati i codici delle merci corretti. 2️⃣ Comunicare con agenzie governative e autorità doganali per tuo conto. Per favore, non esitare a cercare consiglio quando ne hai bisogno. La consulenza di esperti è il primo passo per esportare o importare senza problemi. Fa parte di una buona pianificazione e quindi di un'implementazione ideale fino a raggiungere l'obiettivo desiderato. Per ulteriori informazioni, contatta [email protected]. 📧 La strategia di esportazione è una delle parti principali ed essenziali di un piano aziendale forte e affidabile. Il design di questa strategia dovrebbe essere semplice e comprensibile per il tuo staff. 🌍
È necessario formulare un piano di esportazione chiaro e realistico, definendo i tuoi scopi, obiettivi, strategie e procedure per l'esportazione. 📝 La tua strategia di esportazione dovrebbe coprire aspetti quali ricerche di mercato, ingresso nel mercato, prezzi, distribuzione, promozione, logistica, servizio clienti e gestione del rischio. 📊 Puoi utilizzare modelli e guide, come il modello del piano di esportazione o la guida del piano aziendale di esportazione. Per aiutarti in questo processo devi: 🔷Fare un autovalutazione, prima di entrare in qualsiasi mercato estero 🔷Elaborare una strategia 🔷Trovare potenziali acquirenti 🔷Negoziare 🔷Completare l'ordine 🔷Fornire il servizio post-vendita Seguendo questi passaggi e suggerimenti, puoi avviare e far crescere con successo la tua attività di esportazione e portare la tua azienda al livello successivo. Esportare non è facile, ma è gratificante 💼🚀 Chi è già andato in Svizzera per motivi di lavoro, personali o di passaggio, ha necessariamente dovuto attraversare la dogana ed eventualmente subire un controllo. La protezione delle frontiere in Svizzera è molto severa e ha lo scopo di proteggere l'economia interna, in modo tale per cui determinati prodotti importati risultino meno competitivi rispetto a quelli nazionali. Tuttavia, la produzione interna non è sufficiente, rendendo la Svizzera il primo importatore al mondo di prodotti alimentari. In Svizzera vengono inoltre importate molte materie prime (petrolio, gas), metalli preziosi (ORO) e prodotti medici. In ogni caso le esportazioni svizzere sono più alte delle importazioni. La Svizzera, pur non volendo far parte dell'Unione Europea, ha stipulati accordi di libero scambio sia con tutti i paesi europei, sia con molti paesi extra-europei ed oltreoceano. Lo scopo degli accordi di libero scambio è quello di favorire il commercio tra i paesi sottoscrittori, favorendo quindi sia l'importazione che l'esportazione. Le merci devono essere originarie di uno degli Stati contraenti per poter beneficiare di un trattamento di origine preferenziale, cioè evitare di pagare i dazi o pagare dazi agevolati. L’origine preferenziale deve essere attestata da un certificato di circolazione delle merci (EUR.1, EUR.MED, EUR.1 CN) oppure da una dichiarazione d’origine. NELLA PRATICA: I dazi e le eventuali accise sono sempre a carico del cliente, il prodotto da importare diventa più competitivo in base alla presenza di:
ESEMPIO- IMPORTAZIONE VINO MADE IN ITALY: Produttore Italiano di Vino Rosso rispetta tutte le normative e certificazioni richieste ed esporta in Svizzera; l'importatore Svizzero pagherà il 7,7% di IVA sul valore indicato in fattura e 1,08 CHF (circa 1EUR) di dazi al litro. COME FACCIO A SAPERE LA PERCENTUALE DELL'IVA E DEL DAZIO? E' vero che è un problema dell'importatore, ma è altresì vero che personalizzare l'offerta del proprio prodotto tenendo conto di quali saranno le spese aggiuntive del vostro cliente, è un surplus. Sul sito della Tares (Tariffe doganali in Svizzera), come nel documento a titolo esemplificativo sotto riportato, è possibile calcolare tutte le spese; in caso di dubbi è possibile contattare uno spedizioniere o direttamente la dogana. Dopodiché organizzate il trasporto e consegnate la merce! FONTE DATI: SECO - Segreteria di Stato dell'economia della Confederazione Svizzera
FONTE DATI: OCSE - Osservatorio economico FONTE DATI: Camera di Commercio di Torino FONTE DATI: AELS (detta anche EFTA o AELE) - Associazione Europea di libero scambio Carnet ATA - Convenzione di InstabulCredit photo: ICC Quatar La Convenzione sull'ammissione temporanea firmata a Istanbul il 26 giugno 1990 ha fornito un mezzo per riunire e semplificare i vari strumenti che disciplinano l'ammissione temporanea già esistenti a quel tempo. La Convenzione prevede la libera circolazione delle merci attraverso le frontiere e la loro ammissione temporanea in un territorio doganale con esenzione da dazi e tasse. Richiede inoltre alle parti contraenti di accettare il carnet ATA, detto anche Passaporto delle merci, un documento doganale internazionale che assicura, attraverso un sistema di garanzia internazionale, il pagamento di dazi e tasse in caso di vendita. Per cui, le merci che devono essere introdotte in un paese per determinati motivi specifici (un'esposizione, una dimostrazione commerciale, una missione umanitaria, ecc.) sono esenti da dazi doganali a condizione espressa che vengano riesportate entro 12 mesi. Questa è la cosiddetta procedura di ammissione temporanea. Con questo sistema la comunità imprenditoriale internazionale gode di una notevole semplificazione delle formalità doganali in quanto il carnet ATA funge anche da dichiarazione di merci in esportazione, transito e importazione. Il carnet ATA è oggi il documento più utilizzato dalla comunità imprenditoriale per le operazioni internazionali che prevedono l'ammissione temporanea di merci. Attualmente questa convenzione è stata sottoscritta da 71 stati, evidenziati in blu nell'immagine sovrastante Gli strumenti più importanti coperti dalla Convenzione di Istanbul oltre al carnet ATA (per le merci), prevede il carnet CPD (per i veicoli), anch'esso un documento standardizzato utilizzato dai servizi doganali per controllare le ammissioni temporanee. CURIOSITA': L'acronimo ATA è l'unione dei termini francesi e inglesi Admission Temporaire e Temporary Admission. FONTE: ADM -Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli
FONTE: WCO - World Customs Organization FONTE: EURO LEX - Regolamento (CEE) n. 2454/93 - Articolo 797 (capitolo 2) Importazione è una parola che spesso fa storcere il naso, affiancato a triangolazione, la diffidenza aumenta.
In realtà non c'è nulla né da temere, né particolari manuali da studiare. Triangolazione, come anticipa il nome, coinvolge tre soggetti. Importazione, è semplicemente il punto di vista dell'azienda; per un'azienda che importa, ce ne è almeno un'altra che esporta. Riguardo le tre aziende coinvolte abbiamo: a)Un'Azienda Promotrice, ossia l'azienda che ha venduto il prodotto all'Azienda finale (spesso può essere un'azienda solo commerciale o di brokeraggio o di trading, cioè che ci occupa solo di vendite) b)Un'Azienda Cedente, ossia l'azienda che detiene fisicamente il prodotto (spesso è anche la produttrice o assemblatrice) c)Un'Azienda/Cliente finale, ossia colei che ha comprato il prodotto dell'azienda cedente tramite l'azienda promotrice. Quando parliamo di Importazioni Triangolari Extra UE significa che delle tre aziende coinvolte, le prime due fanno parte dell'Unione Europea, (possono far parte dello stesso paese come possono far parte di due paesi diversi ma sempre UE) mentre il destinatario finale è un paese non appartenente all'Unione Europea, ad esempio Cina, India, Stati Uniti. Le importazioni (o esportazioni) Triangolari possono avere anche come soggetti tutti membri appartenenti all'Unione Europea. Allora perché il destinatario finale non compra direttamente dall'azienda cedente? I motivi possono essere molteplici:
Perché i prodotti vengono spediti direttamente dall'azienda cedente? Il trasporto delle merci ha sempre un costo, oltre al costo del trasporto avremmo i costi di un eventuale deposito per il tempo necessario alla nuova riorganizzazione del ritiro, i costi del personale addetto al carico/scarico, il rischio di eventuali danni da trasporto. Le merci vengono spedite direttamente al cliente finale per ragioni economiche e pratiche. FONTE DATI: Camera di Commercio di Torino "Operazioni di triangolazione" FONTE DATI: Lex -Direttiva 2006/112/CE ![]() L'Italia per la Tunisia costituisce il principale partner, in quanto rappresenta il 20% delle sue importazioni, seguita dalla Francia con il 18% e dalla Germania con l'8%. A sua volta anche la Tunisia è molto importante per l'Italia, in quanto grazie alla vicinanza geografica e la posizione strategica, la gestione della logistica è molto semplice. Ancor più importanti sono gli accordi di libero scambio e di associazione tra la Tunisia e l'Unione Europea a partire dal 1995. Questo significa che esportare dalla e per la Tunisia, equivale ad avere la possibilità di entrare in tutti i mercati Arabi e Africani, la cosiddetta Zona Panaraba. Di seguito i prodotti maggiormente importati dalla Tunisia e la quota Italia se possibile.
PRODOTTI TESSILI - 25,2% dall'Italia, seguita da Turchia e Francia Cotone, Prodotti finiti Donna/Uomo, Accessori, Bottoni, materiale sintetico COMPONENTI ELETTRICHE, ELETTRODOMESTICI - 25,2% dall'Italia, seguita da Francia e Germania Dispositivi di protezione a bassa tensione; Fili isolati, Valvole, Pompe per liquidi, Lavatrici Computer, Pompe d'aria, Telefoni, ricambi per elettrodomestici AGROALIMENTARE - qui l'Italia si colloca tra il 2° e il 3° in quanto dipende molto dal prodotto in sé. Carne Equina, Carne Bovina, Pesce, Farina, Olio di Oliva, Caffè, Frutta Olio di Soia, Olio di Palma, Olio di Cocco, Olio di semi di Girasole, Margarina MATERIE PRIME, PRODOTTI RAFFINATI - qui l'Italia si colloca molto bene sulle materie prime, spesso al 1° posto. Ovviamente ci sono competitor molto importanti su certi prodotti. Gas naturale, Ferro, Acciaio, Rame, Marmo, Traversina Zolfo, Feldspato, Caolino. FONTE DATI:OEC e INS, Istituto Nazionale per la Statistica Tunisino. La Cina ha oltre un miliardo di abitanti, ne fa il paese più popolato del Mondo detenendo circa il 20% della popolazione Mondiale (2020).
Le possibilità di commercio e le necessità dei prodotti italiani di alta qualità sono numeri sempre più importanti e in costante crescita, eppure l'Italia è solo al 19°esimo posto degli esportatori in Cina (Fonte: InfoMercatiEsteri). Ai primi posti, oltre ai paesi limitrofi come Sud Corea, Giappone, Taiwan, Vietnam, troviamo Stati Uniti, Germania, Russia, Francia, UK e Svizzera. Le pratiche di esportazione in Cina non sono semplicissime, ma neanche impossibili, bisogna essere preparati. La Repubblica Cinese, come ben sappiamo, è uno dei maggiori importatori, quindi è lecito chiedersi, cosa si può vendere in Cina? La Cina apprezza e ricerca l'alta qualità dei nostri prodotti (sia industriali che alimentari), prodotti e servizi di alta tecnologia e il design Italiano. Possiamo suddividere in cinque macro aree i prodotti sui cui concentrare l'esportazione in Cina:
FONTE DATI: InfoMercatiEsteri FONTE DATI: OEC e National Bureau of Statistics of China La Germania è il primo partner commerciale per le aziende italiane, sia per vicinanza geografica, sia per la relazione commerciale storica e consolidata in particolare nell'ultimo secolo.
L’economia tedesca è una tra le più dinamiche e solide in Europa e le opportunità per il Made in Italy in Germania non mancano. Il mercato tedesco è già ben predisposto agli scambi commerciali con il mercato italiano, e questo è sia un vantaggio che uno svantaggio. Vantaggio, in quanto esportare in Germania diventa più facile se la controparte tedesca ha già lavorato con l’Italia. Svantaggio, in quanto è necessario offrire dei prodotti con qualità superiori e/o prezzi inferiori rispetto ai concorrenti italiani. Di seguito le merci italiane esportate sul mercato tedesco che vantano le maggiori quote:
FONTE DATI: Elaborazione su dati EUROSTAT 2020 L’italia è il principale produttore di vino al mondo, un settore che non risente delle crisi economiche: se si riduce la domanda interna cresce quella a livello mondiale, che richiede sempre più prodotti di qualità e variegati.
Il vino infatti non risente dell’appiattimento e normalizzazione del gusto a livello mondiale, come invece ha fatto spesso la globalizzazione per altri prodotti. Molti vini italiani di eccellenza non sono neppure conosciuti all'estero, mentre invece potrebbero essere apprezzati tantissimo proprio per la loro diversità e per il loro posizionamento di nicchia. E’ quindi importante sapere che cosa e come esportare: il numero di “nuovi ricchi” è destinato a crescere vertiginosamente nei prossimi anni! Una grande opportunità per il vino italiano da non perdere! Quindi un grande prodotto, apprezzato e riconosciuto all'estero, con un enorme potenziale bacino di consumatori a livello mondo che richiede però le giuste conoscenze commerciali e logistiche. Se si guardano i pesi commerciali dell’export di vino italiano nel mondo (dati 2019) è evidente che il mercato è molto lontano dall'essere saturo, anzi! Nel grafico sono evidenziati i principali paesi di destinazione dell'esportazione del vino italiano: nei primi dieci posti troviamo Stati Uniti seguiti da Germania, Regno Unito e Svizzera, ritorniamo oltreoceano in Canada e in Giappone, e poi abbiamo Francia, Svezia, Olanda e Danimarca. Il nostro vino arriva dappertutto e per incrementarne l'esportazione è necessario migliorare ulteriormente le nostre competenze logistiche e burocratiche (certificati da fornire) assieme alla conoscenza nei numerosi trattati tra i vari paesi. TIPS: Esportare vino in Stati Uniti e Canada Tenere conto dei costi doganali che rischiano si aumentare a seguito delle nuove politiche commerciali di Trump Tenere conto della procedura del Marchio INE (per le esportazioni di vino in Canada e Messico) Esportare vino in Russia E' richiesta una dichiarazione di conformità EAC che attesti il rispetto degli standard alimentari richiesti dal paese. Devono essere applicate delle etichette con tutte le indicazioni specifiche del prodotto assieme alle avvertenze per i consumatori relativamente ai danni causati di un eccessivo consumo di prodotto. La stessa etichetta deve essere esibita in dogana. Esportare vino in Svizzera La Svizzera non fa parte dell'Unione Europea ma è membro dell'EFTA (European Fair Trade Association) assieme a Austria, Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Paesi Bassi e Spagna. Questo significa che producendo un documento chiamato EUR1 e le relative conformità del prodotto, l'importare svizzero è tenuto a pagare l'iva svizzera, ma non dovendo pagare dazi extra, il vino italiano, oltre ad essere buono, diventa più competitivo. FONTI DATI: Elaborazioni su dati Intracen/Eurostat 2020 Nel grafico le percentuali indicano il peso commerciale delle esportazioni italiane |
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