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I segreti dell'Export

Come trovare nuovi clienti esteri per la tua azienda in Piemonte

26/5/2025

 
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Introduzione all’export operativo
Esportare non significa semplicemente spedire all’estero o aggiungere un sito in inglese.
Significa costruire una strategia commerciale internazionale, con azioni mirate per generare contatti qualificati, avviare trattative e concludere vendite con clienti reali.
L’export operativo è questo: un approccio concreto e misurabile, fatto di strumenti, azioni, follow-up e risultati.

Molte imprese piemontesi hanno prodotti eccellenti ma faticano a uscire dai confini italiani perché manca il tempo, il personale o il metodo per affrontare l’internazionalizzazione. È qui che entra in gioco la figura del consulente export: una risorsa esterna che porta esperienza, contatti e operatività senza pesare sull’organico.

I vantaggi per le PMI piemontesi
Un’azienda piemontese che sceglie di attivare un progetto di export operativo ottiene diversi vantaggi strategici:
  • Identifica i mercati giusti, basandosi su dati, richieste di mercato e compatibilità di prodotto
  • Crea una rete commerciale, strutturata con distributori, buyer o clienti diretti all’estero
  • Aumenta la marginalità, aprendosi a mercati meno saturi e con maggior valore percepito
  • Diversifica il fatturato, riducendo la dipendenza dal mercato italiano
  • Ottimizza la propria offerta, adattando listini, schede tecniche, materiali commerciali e contratti al contesto internazionale
  • Evita errori costosi, grazie a una gestione precisa di documentazione, trasporto, dazi e normative estere
Tutto questo senza dover assumere un export manager a tempo pieno: il consulente export in Piemonte, con esperienza sul campo, può affiancare l’azienda anche solo per il periodo necessario a strutturare la fase iniziale o far ripartire un progetto fermo.

Come funziona un percorso di export operativo
Un vero percorso operativo inizia sempre da un’analisi:
  • cosa produce l’azienda
  • a chi potrebbe servire
  • in quali paesi c’è richiesta
  • come si può vendere (distributori, fiere, B2B diretto, e-commerce, ecc.)
Da lì si costruisce:
  1. il materiale export: cataloghi, listini, profili aziendali, sito in lingua
  2. la strategia commerciale: mercati target, canali prioritari, primi passi concreti
  3. la ricerca contatti: database, azioni commerciali, follow-up
  4. la gestione delle trattative: offerte, prezzi export, termini di pagamento, logistica
  5. la formalizzazione: contratti, incoterms, documentazione doganale, conformità
Il tutto con report regolari, obiettivi chiari e una presenza concreta, non solo consulenziale.

Chi può farlo
Il servizio è pensato per:
  • PMI che non hanno ancora esportato e vogliono iniziare con un metodo
  • aziende che hanno già fatto export ma in modo disorganizzato e poco redditizio
  • imprenditori che non vogliono perdere tempo con tentativi a vuoto
  • realtà che vogliono farsi conoscere all’estero, anche senza partecipare subito a fiere costose

Conclusione
Trovare clienti esteri non è una questione di fortuna o di taglia aziendale. È una questione di approccio, costanza e metodo.
L’export non si improvvisa, ma se affrontato bene può diventare una delle leve di crescita più importanti per la tua impresa.
​
📩 Richiedi la tua consulenza gratuita
Scrivici a [email protected]
e scopri il nostro Progetto Export pensato per PMI piemontesi come la tua, che vogliono crescere all’estero partendo da azioni concrete, strumenti giusti e obiettivi chiari.

Temporary Export Manager in Piemonte

26/5/2025

 
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​Se sei un imprenditore in Piemonte e vuoi iniziare a vendere all’estero, probabilmente ti sei già fatto una di queste domande:
  • da dove parto per esportare?
  • come trovo clienti all’estero?
  • chi si occupa della documentazione?
  • mi conviene assumere qualcuno o affidarmi a un consulente?
La risposta giusta, se vuoi partire in modo strategico ma flessibile, potrebbe essere una sola: Temporary Export Manager.

Chi è un Temporary Export Manager (TEM)
Un Temporary Export Manager è un professionista esperto in internazionalizzazione che lavora temporaneamente al fianco della tua azienda.
Non è un dipendente, non è un agente, non è una figura teorica. È qualcuno che porta metodo, contatti, esperienza e operatività dentro alla tua realtà, per aiutarti a entrare in nuovi mercati o strutturare meglio quelli già attivi.

Cosa fa concretamente un TEM?
Un buon TEM ti affianca nella gestione dell’export, dalla strategia all’azione. In particolare:
  • analizza i tuoi punti di forza e le potenzialità di mercato
  • seleziona i mercati esteri più adatti al tuo prodotto
  • imposta o migliora listini, materiali, cataloghi, sito in lingua
  • identifica fiere, eventi o canali commerciali adatti
  • cerca contatti reali con buyer, distributori, partner locali
  • ti supporta nella gestione di offerte, contratti e documentazione doganale
  • forma il personale interno a gestire in autonomia l’estero
In sintesi: ti insegna a vendere all’estero con metodo, lasciando una traccia utile anche dopo la sua uscita.

Perché un TEM è utile alle aziende piemontesi
Il Piemonte è una regione con una forte vocazione industriale, artigianale e agroalimentare.
Ma molte PMI piemontesi, pur avendo ottimi prodotti, non hanno mai avuto il tempo o le competenze per affrontare seriamente l’export.
Un TEM è la soluzione ideale se:
  • vuoi iniziare a esportare ma non sai da dove cominciare
  • esporti già, ma senza una strategia o con risultati altalenanti
  • vuoi accedere a mercati nuovi o più redditizi
  • hai bisogno di una figura esterna, ma concreta e operativa
  • cerchi un approccio personalizzato, senza formule standard

Temporary Export Manager: un investimento intelligente
Non è un costo fisso, ma un investimento con un ritorno misurabile.
Non devi assumerlo a tempo indeterminato.
Non lavori alla cieca: un TEM lavora con obiettivi, piani d’azione e report.
In più, in Piemonte esistono anche voucher e bandi pubblici (es. Invitalia, Regione Piemonte, Camera di Commercio) che in certi periodi possono finanziare parte del servizio.

Conclusione
Il tuo prodotto ha potenziale all’estero, ma non ci arriva da solo.
Hai bisogno di metodo, esperienza e relazioni costruite con pazienza.
Un Temporary Export Manager, se scelto bene, può diventare la figura chiave per dare slancio reale al tuo export, senza stravolgere l’organizzazione interna.
​
📩 Vuoi capire se il TEM è la figura giusta per la tua azienda?
Scrivici a [email protected]
Con il nostro Progetto Export lavoriamo ogni giorno a fianco di imprese piemontesi che vogliono iniziare (o ripartire) a vendere all’estero. Concreti, su misura, senza fronzoli.

Cosa significa esportare, davvero

16/5/2025

 
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​Molti pensano che esportare significhi semplicemente vendere all’estero.
In realtà, esportare è un processo ben più profondo. È una strategia, un’evoluzione aziendale, una palestra che ti obbliga a fare le cose bene.
E soprattutto: non si improvvisa.

Esportare non è (solo) spedire o vendere all'estero
Chi esporta con successo lo sa:
✔️ Non basta una traduzione in inglese
✔️ Non basta spedire un pallet 
✔️ Non basta rispondere a un’email con un listino in euro

Esportare significa preparare l’azienda ad affrontare un mercato estero, capirne le regole, la cultura, i vincoli, le opportunità.

Cosa comporta esportare?
Ecco cosa vuol dire davvero:
  1. Studiare i mercati target
    Dove c’è domanda? Dove il mio prodotto può funzionare? Quali sono i concorrenti? Le barriere?
  2. Adattare comunicazione e offerta
    Il sito, le schede tecniche, il catalogo, i prezzi: tutto deve parlare la lingua (vera) del mercato di destinazione.
  3. Preparare la documentazione
    DDT, packing list, codici HS, certificati d’origine, dichiarazioni CE, etichettature specifiche, logistica e Incoterms.
  4. Costruire relazioni e fiducia
    All’estero si vende quando sei affidabile, non quando sei solo economico, la relazione viene prima del prezzo.
  5. Avere un referente interno o esterno
    Se nessuno in azienda segue l’export in modo continuo, l’estero non crescerà mai in modo stabile.

Esportare è anche cambiare approccio mentale
  • è uscire dalla logica “consegno domani” e pianificare
  • è imparare a vendere con altri strumenti
  • è smettere di subire il mercato interno e iniziare a scegliere dove crescere
  • è mettere ordine in casa propria per farsi trovare pronti

Ma quindi... chi può esportare?
Non servono fatturati milionari.
Serve volontà, metodo e costanza.
Esportano con successo anche aziende piccole, artigiane, di nicchia.
Chi ha prodotto, visione e voglia di imparare può esportare, e crescere.

Conclusione
Esportare è molto più che spedire o vendere all'estero una tantum.
È fare un passo in avanti come azienda, come imprenditore, come squadra.
E farlo con la consapevolezza che non serve partire da tutto, ma serve partire bene.
📩 Vuoi iniziare a esportare con metodo, senza perdere tempo in tentativi improvvisati?
Scrivici a [email protected]
Con il nostro Progetto Export ti aiutiamo a capire da dove partire, cosa serve davvero e come iniziare a vendere all’estero con una strategia concreta e sostenibile.

✨ E se vuoi capire meglio cosa fa un export manager, e come si costruisce un vero progetto internazionale, dai un’occhiata anche al nostro ebook dedicato: lo trovi nella sezione E-BOOK, ed è un ottimo punto di partenza per orientarti con le idee chiare.

Come esportare in Germania nel 2025

16/5/2025

 
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Italia e Germania condividono legami profondi: culturali, economici, storici.
Siamo partner commerciali di lungo corso, geograficamente vicini, con economie complementari, l’Italia è uno dei principali fornitori della Germania, e la Germania è il nostro primo mercato estero.
Export verso la Germania significa rigore, efficienza e continuità, ma anche opportunità concrete per chi sa parlare la lingua del business tedesco: qualità, affidabilità e precisione.

Perché esportare in Germania?
  • È il primo partner commerciale dell’Italia (oltre 80 miliardi di euro di interscambio)
  • È una porta di accesso all’Europa del Nord e all’Europa dell’Est
  • Il “Made in Italy” è molto apprezzato nei settori tecnici, industriali, food e arredamento
  • Le imprese tedesche cercano fornitori stabili, flessibili, capaci di gestire supply chain complesse

Settori con maggior potenziale
  • componentistica meccanica e meccatronica
  • food e bevande di fascia medio-alta
  • arredo, illuminazione, interior design
  • moda e calzature
  • cosmetica tecnica
  • packaging e automazione industriale
  • articoli per la casa, outdoor, wellness

Precisione, puntualità, chiarezza: i tre pilastri del business in Germania
In Germania non basta avere un bel prodotto.
Per conquistare (e mantenere) un cliente tedesco servono:
  1. comunicazioni puntuali (rispondere subito, rispettare gli accordi)
  2. offerte dettagliate e trasparenti
  3. precisione nella documentazione e nella logistica
  4. qualità costante nel tempo
  5. assistenza post-vendita pronta e risolutiva
In altre parole: serietà professionale. Ogni deviazione può costarti un cliente per sempre.

Aspetti interculturali: cosa sapere per lavorare con la Germania
1. Le relazioni personali contano, ma non sono prioritarie
I tedeschi separano la sfera professionale da quella personale, la fiducia si costruisce sul rispetto degli impegni, non sul caffè dopo la riunione.
2. Il tempo è una risorsa seria
Essere in ritardo, consegnare tardi o cambiare una scadenza senza preavviso può compromettere la relazione.
3. Comunicazione diretta e oggettiva
Non servono giri di parole. Meglio dati concreti, risposte secche e affidabilità rispetto a promesse vaghe.
4. La preparazione è tutto
Non presentarti a una fiera, a un call o a un primo contatto senza materiali ben fatti: cataloghi, schede tecniche, prezzi, capacità produttiva, tutto pronto.

Le fiere in Germania: efficienza che lascia il segno (anche emotivo)
Chi lavora con l’estero sa che la Germania è la regina delle fiere internazionali, dalla meccanica al packaging, dal design al food, passando per elettronica, edilizia, automotive e logistica, ogni settore ha il suo evento di riferimento. Alcuni esempi:
  • Anuga (Colonia) – agroalimentare
  • Light+Building (Francoforte) – illuminazione e domotica
  • Interzum (Colonia) – arredamento e componenti
  • Hannover Messe (Hannover) – automazione industriale
  • Medica (Düsseldorf) – medicale e dispositivi
  • Ambiente (Francoforte) – oggettistica e decorazione
Le fiere tedesche non sono solo luoghi di esposizione: sono macchine perfette, dove tutto funziona con puntualità e metodo.

🎯 Chicca personale dell’autrice:
“La mia prima fiera in Germania è stata quasi uno shock. Ho parcheggiato ed ero dentro in cinque minuti netti. La fila al bar per il caffè è durata un minuto.
Quasi mi ha infastidito: da italiana abituata al caos, non ero pronta a tutta quella efficienza. Poi ho capito che lì il tempo si rispetta davvero. E ho iniziato ad amarlo.”


Documentazione e burocrazia
La Germania fa parte dell’Unione Europea, quindi non ci sono dazi né licenze di esportazione (salvo in casi particolari).
Ma attenzione a:
  • fattura in doppia lingua (italiano/tedesco o inglese)
  • packing list chiara, con pesi e quantità per collo
  • eventuali certificazioni richieste dal cliente (ISO, CE, IFS, ecc.)
  • rispetto delle normative tedesche su imballaggio, etichettatura, responsabilità ambientale

Vuoi farti spazio nel mercato tedesco?
Allora serve un piano chiaro, una comunicazione rigorosa, una proposta commerciale studiata bene.
Non basta mandare mail a freddo, serve una presenza costante, una rete commerciale ben costruita e un export manager che conosca la cultura e le dinamiche del mercato tedesco.

Conclusione
Esportare in Germania non è difficile, ma non si improvvisa, chi ci riesce, però, conquista un mercato solido, pagante e continuativo.
📩 Scrivici a [email protected]
Con il nostro Progetto Export ti aiutiamo a costruire una strategia seria per il mercato tedesco: dalla documentazione alla comunicazione, dai contatti giusti fino alla vendita.

Come esportare meccatronica

8/4/2025

 
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​L’export di meccatronica è una delle più grandi occasioni del momento per le aziende italiane. Mai come ora, tra tensioni geopolitiche, reshoring, transizione digitale e attenzione alla qualità europea, l’industria italiana della meccatronica può dire la sua e conquistare fette di mercato estero.
Non è un caso se lo definiamo un settore che adoriamo: unisce creatività, know-how, precisione e capacità di risolvere problemi complessi con soluzioni tecniche brillanti.

Cos’è la meccatronica e perché piace tanto all’estero
La meccatronica è l’integrazione tra meccanica, elettronica, informatica e controllo automatico. È quella disciplina che dà vita a macchine “intelligenti”, automatizzate, capaci di interagire con l’ambiente e con l’operatore in modo efficiente.
Parliamo di:
  • impianti di automazione industriale,
  • robot e robot collaborativi,
  • macchine utensili CNC,
  • sistemi di visione,
  • sensoristica,
  • linee di assemblaggio flessibili,
  • software per il controllo e la diagnostica remota.
Tutto ciò che oggi è richiesto da chi produce in modo evoluto e vuole essere competitivo.

Dove esporta oggi l’Italia?
L’Italia è al quarto posto mondiale per export di macchine utensili, robotica e automazione e i principali mercati di destinazione sono:
  • Germania (partner tecnico e commerciale di alto livello),
  • Stati Uniti (dove il made in Italy è sinonimo di qualità e affidabilità),
  • Cina (che sta riallineando il proprio sistema produttivo post-Covid),
  • Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia (hub produttivi europei in forte crescita),
  • Messico e Brasile (mercati emergenti con domanda in forte espansione).

Perché questo è il momento giusto
  • Reshoring: molte multinazionali stanno riportando la produzione più vicino ai mercati di consumo. Chi è in Europa, cerca fornitori in Europa.
  • Tensioni geopolitiche: guerre, restrizioni e blocchi rendono sempre più strategico avere fornitori stabili, affidabili e certificati.
  • Transizione 4.0: in tutto il mondo si sta digitalizzando l’industria. Le aziende vogliono macchine intelligenti e interconnesse.
  • Made in Italy tecnico: il nostro paese è sinonimo di ingegno applicato. Lavoriamo bene, risolviamo problemi, progettiamo con buon senso e competenza.

Opportunità e leve da sfruttare
  • Partecipare a fiere internazionali (come SPS, Hannover Messe, IMTS),
  • Creare brochure e siti tecnici in inglese/francese/tedesco,
  • Studiare i mercati con veri export manager, non con chi ti vende illusioni,
  • Attivare una strategia digitale di lead generation internazionale,
  • Usare i bandi (es. voucher TEM) per farsi affiancare da professionisti dell’internazionalizzazione.

Conclusione
Se produci, assembli o integri macchinari, sistemi o componenti meccatronici, è il tuo momento, e se ti serve una mano a capire da dove partire, noi di Hello Export siamo ossessionati da questo settore: lo conosciamo, lo viviamo, lo amiamo.

📩 Scrivi a [email protected] e raccontaci chi sei e cosa fai!
Potrebbe essere l’inizio di un progetto export fatto bene, su misura, e con chi non ha paura di sporcarsi le mani nei capannoni.
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